BasilicataCronaca

Aeroporto di Pisticci, tutto tace

Nessuna novità per l’aeroporto di Pisticci. Sono passati 5 anni da quando è stato consegnato alla Regione Basilicata un progetto che prevede la costruzione di opere infrastrutturali e di potenziamento dei servizi per la costruzione di un aeroporto civile regionale di terzo livello, per una spesa totale di oltre 8 milioni di euro. Inoltre, lo scorso 15 maggio Marcello Pittella, assessore alle Attività Produttive della Regione Basilicata, affermò che nelle intenzioni della giunta regionale c’era l’ampliamento della pista a 1800 metri, rispetto ai 1400 attuali. Tutto questo per consentire anche ai velivoli da turismo di atterrare a Pisticci. In quell’occasione, la risposta di Nicola Benedetto, capogruppo IdV in Regione, non tardò ad arrivare: “Vigileremo perché l’ampliamento dell’aeroporto ‘Mattei’ di Pisticci sia un impegno concreto e, come tale, inserito nel Memorandum sul petrolio, e non una posta da giocarsi nel terno a lotto”.

La pista, costruita negli anni ’60 durante l’industrializzazione della Valbasento e voluta fortemente da Enrico Mattei per consentire una maggiore rapidità di spostamento tra i siti ENI, è rimasta inutilizzata per molto tempo. E che, soprattutto, sorge nel perimetro dello stabilimento Anic, di cui ne rappresentava pertinenza, totalmente chiusa al resto del territorio. Un anno fa si parlò anche di un interessamento di Francis Ford Coppola, il famoso regista americano, nelle cui vene c’è sangue lucano. Coppola annunciò di voler contribuire a potenziare lo scalo pisticcese, creando quello che negli States è noto come ‘flight base operator’, una società che gestisca i servizi aeroportuali e faciliti i collegamenti.

Ecco perché il potenziamento della struttura lucana deve essere davvero di livello: in Italia ci sono aeroporti molto più noti (Montichiari, Salerno-Costa d’Amalfi) situati in aree metropolitane più grosse che sono a rischio chiusura. Le parole che il ministro Passera pronunciò qualche tempo fa in audizione nelle competenti commissioni di Camera e Senato, poi, sono abbastanza chiare: “Non possiamo andare avanti con la filosofia di un aeroporto in ogni provincia e non vedere in maniera collegata tutta la logistica, quindi ferrovie, aeroporti e gli altri mezzi di trasporto”. Tradotto: la Basilicata ha stazioni ferroviarie esistenti, ma chiuse, le fermate sono soppresse, gli Eurostar sono stati declassati e le corse degli Eurocity sono ridotte. Matera rimane, assieme a Nuoro, l’unico capoluogo di provincia a non avere collegamenti ferroviari con il resto dello Stivale, e nella memoria abbiamo solo lo spot di Trenitalia di qualche anno fa. C’è bisogno di chiarezza, una volte per tutte, perché l’ennesima cattedrale nel deserto non gioverebbe a nulla e sarebbe solo uno spreco di denaro pubblico.

 

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