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Aggrediti due assistenti capo di Polizia Penitenziaria nel carcere di Potenza

“L’aggressione avvenuta nel carcere di Potenza, contro due assistenti capo di polizia penitenziaria, accende ancora una volta i riflettori sul fenomeno delle aggressioni da parte dei detenuti nei confronti degli operatori penitenziari. Quanto consumato a potenza non è un caso isolato, ogni giorno uomini e donne della polizia penitenziaria subiscono atti che offendono un corpo di polizia dello Stato che cerca di espletare al meglio un compito volto a contenere ed a rieducare il detenuto”. Questo è quanto dichiarato dal Responsabile Nazionale della Ugl Polizia Penitenziaria Alessandro De Pasquale.
“L’Ugl è vicina ai due agenti aggrediti nel carcere di Potenza e promette battaglie nelle opportune sedi istituzionali, in quanto lo Stato non può tollerare che donne e uomini di polizia portino con loro il ricordo e le cicatrici degli atti violenti subiti. L’amministrazione penitenziaria – afferma De Pasquale – è tenuta ad attuare una o più specifiche azioni tese a prevenire gli effetti dannosi sulle persone. Le donne e gli uomini della polizia penitenziaria operano quasi sempre in una condizione di emergenza e le criticità vengono contenute grazie all’esperienza dei poliziotti. I detenuti, autori e responsabili di tali atti, subiscono un processo penale ma, frequentemente, non sono in grado di risarcire il danno causato poiché nullatenenti”. Infine, relativamente ad un comunicato stampa redatto da tale Vito Messina, utilizzando l’acronimo UGL, il responsabile dell’Ugl Polizia Penitenziaria fa sapere che, “detto comunicato non è ufficiale della Federazione UGL polizia Penitenziaria, nonché della Confederazione UGL (Unione Generale del Lavoro). Tale Vito Messina – conclude De Pasquale, non sembra faccia più parte della Confederazione UGL”.
Pronta la replica di Vito Messina, che ha smentito quanto detto da De Pasquale: “In ordine al comunicato stampa uscito a firma di tale De Pasquale, preciso che sono il rappresentante legale della USPP della Basilicata, ma non rinnego il fatto che ero un dirigente dell’UGL fino a quando non è stato sovvertito l’ordine democratico con cui eri stato eletto consigliere nazionale unitamente al vertice della Federazione Nazionale UGL Polizia Penitenziaria attraverso la nomina di un presunto “reggente” che risulta sub judice ad un procedimento giudiziario e allo stato è riferita a soggetto ritenuto titolare di alcunché dal dipartimento della funzione pubblica.”

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