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Analisi di Coldiretti Basilicata, in aumento il consumo dei succhi di arancia

Più di un bambino su tre in Italia consuma tutti i giorni bevande gassate e zuccherate. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati del Ministero alla Salute in occasione dell’entrata in vigore del provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome dell’arancia a succo o recanti denominazioni che a tale agrume si richiamino, per un mercato delle bibite analcoliche che vale complessivamente 5,8 miliardi di euro.
L’aumento del succo di vera arancia – fa sapere Coldiretti Basilicata – va incontro alle richieste dei consumatori che sono sempre più attenti alla salute e al benessere personale, anche e soprattutto dei più piccoli. Segnale di questa tendenza è la diminuzione dei bambini italiani che bevono bevande gassate passati dal 48% del 2010 al 36% attuale.  Un andamento che conferma l’esigenza di aumentare il livello qualitativo dell’offerta in una situazione in cui si assiste in Italia – spiega Coldiretti Basilicata  – a una vera invasione dall’estero con un fiume di 200 milioni di chili di succo di arancia straniero che valica le frontiere e finisce nelle bevande all’insaputa dei consumatori perché in etichetta – continua l’organizzazione agricola lucana  – viene segnalato solo il luogo di confezionamento. “L’incremento di succo di vera arancia – spiegano il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto,  e il direttore regionale, Aldo Mattia – è una grande conquista che arriva dopo anni di mortificazioni per i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero e per le calamità naturali. E’ un ulteriore passo in avanti che permette di identificare  il prodotto del Metapontino, non  solo nella frutta fresca, ma  anche nei succhi di frutta e nei trasformati in generale che fino ad ora contenevano  più succo di arance brasiliane che italiane. Fino ad oggi – concludono Quarto e Mattia – ben l’88% delle aranciate era fatto solo di acqua, zucchero e aromi”.

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