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Anche Matera aderisce all’Ottobre Rosa della Lilt

Anche quest’anno il Comune di Matera aderisce alla campagna “Nastro Rosa” della Lilt, la Lega italiana per la lotta ai tumori. Nel mese internazionale della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore al seno, tutti i giorni dalle 17,30 alle 5 del mattino, fino al 31 ottobre, il rosa illumina la chiesa della Materdomini.

Il 23 ottobre prossimo alle ore 9,00, per iniziativa della sezione di Matera della Commissione regionale Pari opportunità, nella sala del Cristo Flagellato dell’ex ospedale San Rocco si svolgerà la tavola rotonda “La prevenzione si veste di rosa”, con il supporto anche dell’Airc, della campagna “Nastro rosa”, dell’associazione Susan Komen e dell’Asm.

 

“Da parte dell’Amministrazione comunale vi è una grande attenzione a questa iniziativa che rappresenta l’occasione per sensibilizzare all’accesso alle visite senologiche, ecografie mammarie e mammografie, affinché ogni donna possa continuare a coltivare i suoi progetti di vita” – afferma il sindaco, Domenico Bennardi -.

L’assessore alla Cultura, Tiziana D’Oppido, spiega che “ogni anno sono 55.000 le donne che ricevono una diagnosi di cancro al seno, che costituisce il 30 per cento di tutti i tumori femminili”. “L’attenzione deve rimanere alta – prosegue D’Oppido – perché la malattia colpisce una donna su otto nell’arco della vita e una diagnosi precoce, oltre a salvare la vita, può avere un esito meno impattante dal punto di vista fisico e psicologico”.

“L’obiettivo principale della Lilt – spiega la presidente Marina Susi – è quello di sconfiggere i tumori attraverso la prevenzione primaria, secondaria e terziaria, perché prevenire è vivere. A nome di tutti i soci della sezione provinciale di Matera ringraziamo l’Amministrazione comunale per aver deciso, anche quest’anno di illuminare di rosa un monumento della nostra città a testimonianza della vicinanza a tutte le donne colpite dal tumore del seno e a tutti gli operatori sanitari che lottano per debellarlo”.

“Obiettivi dell’associazione – aggiunge Susi – sono la diagnosi precoci in donne sempre più giovani, l’uniformità territoriale dello screening, il coinvolgimento attivo del mondo scolastico femminile con una corretta informazione sull’importanza della prevenzione”.

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