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Antiracket Salento, dal PON Sicurezza 1,3 mln di euro

Antiracket Salento. Arrivano con il progetto Pon sulla Sicurezza 2.4 dall’Unione Europea 1.351.000,00 Euro per il Salento. Un contributo per le province di Taranto, Lecce e Brindisi per l’apertura di sportelli comunali antiracket che raccolgano le denunce. “La nostra terra è meritevole di un sostegno” ha spiegato l’onorevole Alfredo Mantovano a Taranto il 22 giugno 2012 in un incontro con la stampa ed il sindaco di Taranto. Il dr. Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, riguardo agli aspetti trattati da Alfredo Mantovano (ex magistrato, eletto PDL, ex AN) rilascia questa dichiarazione: “La nostra terra è sì meritevole di un sostegno, ma perché è ritenuta un covo di mafiosi, in quanto così è presentata da chi ha un interesse politico od economico. Per raccogliere le denunce non ci sono già le caserme dei carabinieri, i commissariati o le Procure? Come presidente nazionale, quindi, data la mia esperienza extraterritoriale, ho adottato alcune misure che ho proposte a tutte le Prefetture d’Italia. Suggerimenti divulgabili ed adottabili da ogni ente governativo provinciale, per poterne usufruire ed apprezzare gli aspetti più utili. Il tutto senza alcuna reclame.

L’Associazione Contro Tutte le Mafie, con Tele Web Italia, la sua web tv nazionale, ospita tutte le web tv locali e dà visibilità gratuita al territorio ed alle aziende che ivi producono per superare la crisi di mercato o il pericolo di usura; considerando che le vittime del racket e dell’usura non hanno bisogno di visibilità e non vogliono apparire per paura delle ritorsioni, ha predisposto sui suoi siti web associativi uno sportello telematico (VADEMECUM) affinchè le vittime, senza ausilio di intermediari, possano accedere agli strumenti di denuncia e di autotutela più adeguati, previa informazione senza filtri sui benefici di legge, questo perché gli sportelli antiracket aperti a Lecce, Taranto e Brindisi, od in altri posti, pur in apparenza utili, possono sembrare solo strumenti di propaganda politica e di speculazione economica per attingere ai progetti PON o POR; ha invitato ad una collaborazione reale la Camera di Commercio e le associazioni di categoria attraverso l’accesso ai Cofidi o gli Interfidi per superare l’ostacolo della mancata fruizione di finanziamenti dalle banche, per evitare il fallimento delle aziende o l’accesso al mondo usuraio dei cittadini.

In virtù di tali atti e proposte, quindi, si spera in una collaborazione senza oneri per lo Stato e che non sia solo di stampo burocratico, con la creazione di un Pool informale con il delegato dell’ufficio competente presso la Prefettura territoriale; con il responsabile della locale Camera di Commercio, Industria, Agricoltura ed Artigianato, in rappresentanza delle categorie sociali ed economiche; con il magistrato delegato ai reati specifici; con la presente associazione che telematicamente aiuta i bisognosi sul territorio a trovare una sponda istituzionale per risolvere i loro problemi. Insomma, noi abbiamo bisogno da parte dello Stato di avere un solo nome presso cui convogliare le innumerevoli richieste di aiuto, per ovviare altresì ai disservizi esistenti nel sistema. Quel nome istituzionale, territorialmente, deve garantire: procedibilità della denuncia fondata presentata; immediato accesso ai finanziamenti dei Cofidi e Statali od ai risarcimenti di legge; tempestiva interruzione dei procedimenti giudiziari esecutivi a carico dell’usurato denunciante. Crediamo che la lotta al racket ed all’usura (anche bancaria e di Stato) non debba essere fatta solo di chiacchiere, ma deve essere sostenuta da atti concreti, che a quanto pare nessuno vuole adottare. La Legalità è il comportamento umano conforme al dettato della legge nel compimento di un atto o di un fatto. Se l’abito non fa il monaco, e la cronaca ce lo insegna, nè toghe, nè divise, nè poteri istituzionali o mediatici hanno la legittimazione a dare insegnamenti e/o patenti di legalità. Lor signori non si devono permettere di selezionare secondo loro discrezione la società civile in buoni e cattivi ed ovviamente si devono astenere dall’inserirsi loro stessi tra i buoni. Perchè secondo questa cernita il cattivo è sempre il povero cittadino, che oltretutto con le esose tasse li mantiene. Non dimentichiamoci che non ci sono dio in terra e fino a quando saremo in democrazia, il potere è solo prerogativa del popolo”.

Dr Antonio Giangrande – Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia

 

 

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