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ArcelorMittal, no ai licenziamenti

Una vertenza che non può escludere nessuno, soprattutto sulle responsabilità di quanto potrebbe accadere. In queste settimane nelle quali l’attenzione mediatica si è concentrata sulla difficile trattativa fra il Governo Italiano, Ilva in Amministrazione straordinaria, ArcelorMittal e ditte degli appalti, denunciamo con forza i licenziamenti in atto da parte del colosso franco indiano nei confronti di alcuni lavoratori specializzati, assunti da pochi mesi negli stabilimenti di Genova e Taranto.
ArcelorMittal aveva deciso di creare un servizio di assistenza post vendita al cliente e, non avendo trovato all’interno del bacino Ilva in As figure adeguate alla mansione, ha dovuto spostare la sua attenzione verso nuove risorse produttive. Sono stati così selezionati e assunti circa venti ragazze e ragazzi, professionisti esperti del settore che, convinti dalla proposta di
assunzione e dalle molte promesse di crescita ricevute dal management di ArcelorMittal, hanno deciso di cambiare lavoro, accettando il reclutamento proposto dalla multinazionale franco indiana.
Un passaggio che oggi si rivela tutt’altro che favorevole, poiché, nonostante il grande impegno dimostrato in questi mesi, le unanimi referenze positive ricevute e la volontà aziendale di mantenere le attività dell’ufficio, l’azienda ha iniziato a dar vita ai licenziamenti. ArcelorMitatl è partita con i tagli del personale del servizio di assistenza post vendita ai clienti dallo stabilimento di Taranto, con un atteggiamento assolutamente privo di qualsiasi remora.
Una condotta incomprensibile e autolesionista a livello di produttività aziendale e moralmente discutibile che non accettiamo. Non assisteremo inermi di fronte a di chi si prende gioco di questi lavoratori e delle loro famiglie e pretendiamo che l’azienda faccia immediatamente chiarezza e ritiri i licenziamenti, soprattutto in una fase nella quale non è per nulla chiaro il futuro della gestione di ArcelorMittal negli stabilimenti ex Ilva.
La Fim Cisl ribadisce ancora che non accetterà alcun esubero, questo deve essere chiaro al Governo e ad ArcelorMittal. Anche alla luce di questi spiacevoli episodi riguardanti una fetta di lavoratrici e lavoratori “ingannati” dal nuovo posto di lavoro chiediamo al Governo e ad ArcelorMittal adeguate risposte

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