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Aree programma, garantire i servizi locali e il pluralismo

“La soluzione delle aree programma come nuovo modello di governance territoriale è sulla carta una soluzione praticabile purché siano garantite le risorse per il mantenimento dei servizi locali, meglio se in forma associata, e il concreto esercizio di un reale pluralismo istituzionale”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, precisando che “senza una concreta politica indirizzata ai piccoli comuni qualsiasi modello di governace risulterebbe inadeguato e inefficace. La vera sfida che attende i territori – ha aggiunto il numero uno della Cisl lucana – è la capacità di rafforzare l’autogoverno sfuggendo a quella logica del centralismo regionale che non è dissimile per effetti dal centralismo nazionale”. Per Falotico “la gestione associata dei servizi, soluzione peraltro già prevista dalle attuali norme in materia di autonomie locali, deve diventare uno standard universale con l’obiettivo di superare l’insostenibile e controproducente frammentazione dei poteri locali e dei centri di spesa sul territorio che hanno finito per appesantire la macchina burocratica sottraendo risorse agli investimenti per il miglioramento dei servizi pubblici locali, come scuola, trasporti, assistenza sociale e sanitaria. Se giunta e consiglio regionale terranno fede all’intento di costruire un modello di governance snello, quale si va prefigurando, allora la nostra regione potrà ergersi a laboratorio di governance locale per l’intero territorio nazionale”.

Secondo Falotico, però, “vanno ancora sciolti una serie di nodi che rischiano di depotenziare l’impatto della riforma, in primis la questione relativa alla gestione della forestazione, prima in capo alle soppresse comunità montane, e in seconda istanza il tema della fiscalità locale. Sulla forestazione – continua il segretario della Cisl lucana – è necessario che la giunta regionale chiarisca chi e come gestirà il settore, con l’obiettivo strategico di ammodernare un comparto di vitale importanza per la salvaguardia dei territori montani. Per quanto riguarda il tema della fiscalità locale, infine, sono maturi i tempi per affrontare con determinazione e soluzioni originali il sovraccarico fiscale che pesa sulle spalle delle famiglie e delle micro-imprese ubicate nelle aree montane svantaggiate. L’ipotesi proposta dalla Cisl di una fiscalità differenziata per favorire la permanenza nei piccoli centri degli esercizi commerciali di prossimità e attrarre al contempo nuovi investimenti nel promettente settore dell’economia rurale e del turismo verde è una possibile traccia di discussione che va approfondita attivando una sede di confronto aperta alle parti sociali, alle autonomie locali e al mondo imprenditoriale con l’obiettivo di mettere sul tavolo proposte concrete e operative al fine di scongiurare il rischio che, tra qualche anno, per effetto dello spopolamento delle aree interne, resti ben poco da governare”.

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