BasilicataItinerari ed Agroalimentare

Arieti merinizzati italiani, Basilicata punta su miglioramento genetico

“Grande l’interesse mostrato dagli oltre 200 allevatori partecipanti all’asta svoltasi  presso il Centro Selezione di Laurenzana, punta di orgoglio della zootecnia lucana che mira a rafforzare le attività di miglioramento genetico non solo per la razza podolica, ma anche per la pecora merinizzata, che può essere considerata patrimonio emblematico di tutto il territorio meridionale, da cui si ricava carne, latte e lana di ottima qualità.” Lo ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia.
“Ancora una giornata straordinaria – prosegue l’Assessore – tra gli allevatori ovini di Basilicata, ma anche provenienti dalla Calabria, dalla Campania, dalla Puglia e dall’Abruzzo, accorsi per l’asta degli arieti di razza Merinizzata Italiana, manifestazione nazionale che come Regione abbiamo voluto ospitare e sostenere, organizzata da ARA di Basilicata in collaborazione con l’Associazione Nazionale della Pastorizia, nel corso della quale sono stati battuti capi sino a 1000 euro di valore cadauno. Oggi la Basilicata con circa mezzo milione di capi iscritti, risulta essere la quinta regione italiana dopo Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana. La carne d’agnello di Basilicata, per la tipologia di allevamento prevalentemente allo stato brado e per la salubrità dell’ambiente, rappresenta uno dei prodotti più sani e sicuri che dovremmo sempre più chiedere e stimolare nel consumo per il bene economico del comparto e della salute.
Con il miglioramento genetico si intende migliorare la resa e la qualità della carne e del latte e per questo diventa strategico per lo sviluppo del settore che, a sua volta, deve tendere sempre più ad organizzarsi in filiere che chiudano il ciclo anche con la commercializzazione, su mercati nei quali il consumatore richiede sempre più tracciabilità e sicurezza alimentare. Una buona pratica già esiste nella nostra regione e fa registrare numeri in continua crescita e vede alla base l’indicazione dell’origine delle carni degli agnelli allevati in Basilicata, attraverso il marchio collettivo d’area “Agnello delle Dolomiti lucane”, la cooperativa che raggruppa circa 50 allevatori con garanzia di qualità e che commercializza oltre 10.000 capi l’anno.
Ancora un ringraziamento doveroso – conclude Luca Braia – a nome del Dipartimento Agricoltura va a tutti gli allevatori di Basilicata ed all’Associazione Regionale Allevatori, rispettivamente per il ruolo decisivo di custodi del territorio e della biodiversità e per la qualità dei servizi e dell’organizzazione che sono capaci di mettere in campo, che da altre regioni d’Italia ci invidiano, sempre dimostrando
  grande attenzione al controllo delle patologie, alla tenuta dei libri genealogici,  al miglioramento genetico ed al benessere animale. Per il percorso di promozione e valorizzazione della zootecnica accompagneremo con gli uffici il percorso intrapreso dal gruppo di lavoro, coordinato dall’ARA, finalizzato alla realizzazione di eventi che porteranno la nostra comunità ed i turisti a visitare nei prossimi mesi gli allevamenti di Basilicata oltre che ad elaborare la richiesta di riconoscimento dell’IGP per l’Agnello delle Dolomiti Lucane.”

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