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Arrestato l’attentatore di Brindisi

“Ha confessato”: è la svolta nelle indagini sull’esplosione davanti all’istituto “Morvillo – Falcone” di Brindisi, quello scoppio assordante di tre bombole di gpl nascoste in un cassonetto, che con la sua violenza alle 7.45 del 19 maggio ha ucciso la 16enne Melissa Bassi e ferito altre 5 studentesse, mentre, come ogni mattina entravano nella loro scuola. Tra gli applausi della gente, che insieme a giornalisti e telecamere si era assiepata dal pomeriggio del giorno prima, davanti alla questura di Lecce, alle 1.15 di giovedì 7 giugno, il procuratore della Dda di Lecce Cataldo Motta è uscito in strada e ha confermato: “Abbiamo fermato una persona di 68 anni di Copertino che ha confessato durante l’interrogatorio”.

L’uomo fermato si chiama Giovanni Vantaggiato, sposato, due figlie, titolare di un deposito di carburante agricolo a Copertino, in provincia di Lecce.

Dopo 10 ore di interrogatorio il procuratore Cataldo Motta conferma il fermo. Ma alcuni punti da chiarire restano: “La confessione non è soddisfacente per cui le indagini comunque continuano per completare il quadro investigativo”, ha detto Motta.

E il movente è proprio “uno degli aspetti che non convince, non lo sa dire”. Nella stanza dell’interrogatorio, il 68enne avrebbe alternato momenti di lucidità ad altri di squilibrio. Cataldo Motta su questo ha tagliato corto: “Non ha cambiato versione. Sta bene mentalmente. Ha ammesso la sua partecipazione, ma per quanto riguarda il resto non è convincente”. Tra le ipotesi, non confermate, circolate dalla mattina di ieri, quella di una vendetta contro il tribunale, che si trova alle spalle dell’istituto Morvillo Falcone o un risentimento contro il preside della scuola Angelo Rampino, il quale al telefono, assicura “non ho nemici”. I giornali locali ricostruivano una vicenda dove Vantaggiato sarebbe stato vittima di una truffa da oltre 300 mila euro. E qualche settimana prima della strage, il processo, celebrato proprio nel tribunale di Brindisi, non era finito con la condanna di tutti gli imputati. E la scuola era un obiettivo secondario, scelto solo per evitare le misure di sicurezza del palazzo di giustizia. Tutte ipotesi non confermate. Il procuratore Cataldo Motta, uscendo dalla questura di Lecce, ha detto solo che sul movente c’è ancora da lavorare. Ora si attendono i risultati della perquisizione a casa dell’uomo. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, il 68enne avrebbe ammesso di aver fatto da solo l’ordigno, in casa. Cataldo Motta sul punto ha glissato cronisti e telecamere: “C’è un solo fermo. Ha ammesso la propria partecipazione”. Poi ha annunciato che altri “dettagli” saranno dati in conferenza stampa. Una conferenza fissata per le 11 di questa mattina nel tribunale di Brindisi.

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