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Asili nido, l’assessore Negro risponde al consigliere Gatta

Le dichiarazioni del Consigliere Gatta rischiano di creare un ingiustificato allarme tra i gestori ma soprattutto tra le famiglie. Riguardo alle risorse stanziate nell’estate 2015 per avviare la nuova fase dei buoni servizio di conciliazione a sostegno della frequenza dei servizi per la prima infanzia da parte dei bambini 3-36 mesi residenti in Puglia, è stata infatti definitivamente superata la fase di sperimentazione che si è sviluppata tra il 2013 e il 2015 ed è stata finanziata con risorse del FESR 2007-2013.
“La nuova fase – spiega l’assessore al Welfare Salvatore Negro – è stata avviata mettendo a valore le risorse, circa 4,7 Meuro, assegnati per questo scopo dall’APQ “Benessere e Salute” (FSC 2007-2013), nelle more della nuova attivazione dei fondi strutturali 2014-2020 che la Regione ha convintamente allocato anche sui buoni servizio nell’ambito della strategia più complessiva di contrasto alla povertà e di politica per l’inclusione attiva, proprio al fine di riavviare la macchina amministrativa e assicurare segnali chiari di continuità alle famiglie prima di tutto. Le prime risorse che è stato possibile utilizzare ed assegnare ai Comuni avevano un vincolo connesso al prioritario utilizzo per le grandi e medie città, con una maggiore offerta e quindi una maggiore domanda di servizi per la prima infanzia, anche considerando i maggiori tassi di occupazione femminile riscontrabili”.
“Questo vincolo – sottolinea l’Assessore Negro – comunque derivante dalla natura della fonte di finanziamento, non consente di dire che si sia voluto discriminare le grandi aree urbane dai piccoli centri o dalle zone rurali e periferiche. Tuttaltro, l’attenzione mia e delle strutture dell’Assessorato è stata rivolta prima di tutto all’utilizzo proficuo delle risorse immediatamente disponibili, nonché a ridefinire le procedure e gli strumenti per rendere quanto più semplice possibile sia per i gestori che per le famiglie l’accesso ai servizi e alle risorse che concorrono al pagamento delle rette di frequenza. A questo proposito non si può fare a meno di registrare un ritardo di molti Comuni e di molti Ambiti territoriali nello svolgimento della fase non eludibile né rinviabile di loro competenza, che è quella della sottoscrizione dei contratti di servizio con i soggetti gestori. Il trasferimento delle risorse ai Comuni non registra alcun ritardo né rallentamento, anzi avremmo voluto poterle trasferire già a fine anno ai Comuni, ma la loro impossibilità di spenderli entro il 31.12 scorso avrebbe solo creato problemi per i principi contabili in vigore”. Sulla dotazione effettiva delle risorse a disposizione per il rifinanziamento complessivo della misura dei buoni servizio per gli asili nido, i centri ludici e gli altri servizi innovativi e complementari per la prima infanzia il 2016 comincia con una buona notizia che riguarda l’assegnazione, già definita sul piano amministrativo a fine anno, di circa 15 Meuro aggiuntivi ai Comuni rivenienti da economie residue sul bilancio regionale per accrescere la dotazione per i buoni servizio già a partire da questo mese, in modo da incrementare il numero dei posti nido coperti da questa misura economica e da stabilizzare la misura nei prossimi mesi, fino a quando sarà effettivamente possibile cominciare ad impegnare le risorse del nuovo FSE 2014-2020, per il quale si attende solo che siano chiare le attribuzioni di competenze e di responsabilità amministrative in capo nell’ambito del processo di definizione della micro-organizzazione della macchina amministrativa regionale.
“Sono particolarmente soddisfatto di poter annunciare lo stanziamento degli ulteriori 15 Meuro derivanti dal bilancio regionale per dare stabilità ai buoni servizio per la prima infanzia anche perché, la natura di questa ulteriore fonte di finanziamento, consente di ripartire i fondi tra gli Ambiti territoriali tenendo conto esclusivamente del numero dei posti nido attivi e della distribuzione demografica, cioè della domanda potenziale, senza discriminare tra grandi e piccoli comuni o tra aree urbane e zone rurali. Si potrà assicurare una risposta a quasi 4000 famiglie in più ed altrettanti bambini. E in questo modo, peraltro, con la dichiarazione di coerenza tra questi fondi e le nuove risorse FSE, possiamo dire di essere del tutto pronti a far partire l’utilizzo dei nuovi fondi strutturali, che stanziano complessivamente 60 Meuro per la sola rete dei servizi per la prima infanzia”. Va detto che la capacità attuativa dei Comuni sul versante dei buoni servizio è contraddistinta da una certa eterogeneità, sia rispetto alla struttura organizzativa più o meno dedicata che gli Ambiti territoriali hanno scelto di darsi, sia rispetto alla corretta programmazione che molti Ambiti hanno adottato anche a valere sulle risorse del PAC Servizi di Cura per assicurare un più ampio finanziamento ai buoni servizio come strumento per il sostegno della domanda individuale da parte delle famiglie, e non da ultimo rispetto alla capacità di sviluppare una governance efficace dei Comuni rispetto ai gestori per valorizzare le potenzialità dello strumento buono servizio rispetto all’obiettivo della estensione della domanda e della platea di utenti dei servizi, nella convinzione che passa dalla piena occupazione dei posti la sostenibilità gestionale delle strutture e dei nuovi asili nido realizzati, ma può costituire un vulnus per le stesse strutture l’azzardo di promuovere i servizi come gratuiti per tutti o di trasformare la domanda pagante in una domanda che, se sic et simpliciter paga meno, rischia di non apprezzare neppure il valore e la qualità dei servizi per i bambini.
“Insomma il buono servizio – conclude l’Assessore – deve sostenere un pezzo di sana e buona economia, deve avvicinare soprattutto le famiglie meno abbienti a servizi che fino a poco tempo fa era semplicemente convinta di non potersi permettere, ma non può sostenere gestori che non si pongano l’obiettivo della sostenibilità gestionale piena e non assistita”.

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