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Assoluzione di Vendola. “Non ha fatto pressioni”

“La riapertura dei termini di concorso nelle Asl non è un fatto anomalo né infrequente, e non è ravvisabile alcuna violazione”. E’ uno dei passaggi fondamentali della deposizione fatta ieri, con la quale il giudice del Tribunale di Bari, Susanna De Felice, ha spiegato la sentenza con la quale, lo scorso ottobre, Nichi Vendola e l’ex ‘Lady asl’ Lea Cosentino sono stati assolti dall’accusa di aver riaperto i termini del concorso per un posto di Chirurgia Toracica all’ospedale ‘San Paolo’; concorso che ha permesso al dottor Paolo Sardelli di presentare la domanda e di vincerlo.

“L’intera procedura è stata sostanzialmente rispettata sotto il profilo formale, sia perché l’attribuzione dell’incarico è effettivamente avvenuta, da parte del direttore generale, a seguito della selezione dei candidati idonei effettuata dalla commissione di esperti, scegliendo il candidato ritenuto più adatto, in attuazione della più ampia discrezionalità, non risultando che, in tale fase, la volontà del dg sia stata in alcun modo turbata da richieste o da pressioni ed avendo ella, per sua stessa ammissione, nominato il candidato risultato essere il più titolato”, ha detto il giudice”. La riapertura del concorso ha reso effettiva la selezione, richiesta dalla legge, che il primo concorso non avrebbe reso possibile, proprio per il numero esiguo di domande presentate. Quindi, emerge che la Cosentino, nota anche come ‘lady asl’, ha mentito sulle pressioni ricevute da Vendola affinchè si riaprissero i termini del concorso del ‘San Paolo’, e gli argomenti contro il governatore della Puglia sono “suggestivi e mere illazioni”.

 

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