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Attivo in Basilicata il protocollo per la diagnosi e la terapia dell’infarto miocardico acuto

E’operativo da oggi in Basilicata un “Percorso terapeutico ed assistenziale (Pdta) per lo sviluppo della rete dell’infarto miocardico acuto (Ima). Il protocollo, presentato oggi alla stampa dal presidente della Regione, Vito De Filippo, e dall’assessore alla Salute, Attilio Martorano, ha l’obiettivo di offrire ai pazienti colpiti da infarto il trattamento più rapido ed efficace possibile in relazione alle caratteristiche cliniche del paziente e al luogo dove si verifica l’infarto.

La chiave del successo del trattamento si basa sul principio che non serve trasferire velocemente il paziente nell’ospedale più vicino ma nella struttura sanitaria più idonea.

Nel trattamento tradizionale gli atti medici erano concentrati nei reparti di terapia intensiva cronica (Utic) dell’ospedale più vicino. Nel nuovo sistema, la diagnosi e la terapia delle primissime fasi, compresa la somministrazione di farmaci fibrinolitici, possono essere eseguite in sedi diverse, e cioè sul territorio, in ambulanza, nel Pronto soccorso di ospedali periferici e da altre figure professionali (Medici e infermieri dell’area Emergenza-Urgenza), in stretto contatto con la centrale operativa del 118 e il cardiologo dell’Utic di riferimento.

Le ambulanze del 118 sono attrezzate per eseguire un elettrocardiogramma completo sui pazienti con dolore toracico acuto, e di trasferire il tracciato alla Centrale Operativa del 118 e all’Utic dell’Ospedale S. Carlo di Potenza e del Madonna delle Grazie di Matera dove è presente un cardiologo, costantemente giorno e notte.

Tutto ciò consente di trasferire sul territorio la diagnosi di sospetto infarto, riducendo il numero di ospedalizzazioni improprie e i ritardi evitabili nella diagnosi e nella terapia dell’infarto del miocardio.  

Nella conferenza stampa è stata presentata, inoltre, una campagna di comunicazione capillare su come riconoscere i sintomi dell’infarto. Così il paziente può diventare il primo medico di sè stesso. L’insorgenza dell’infarto ha caratteristiche precise: non serve tenersi il dolore, anzi è necessario rivolgersi, senza perdere tempo, al 118. Un soccorso rapido, immediato e appropriato può salvare molte vite umane.  

Abbattimento dei tempi, un unico protocollo di intervento, condivisione terapeutica e perfetta sinergia di tutti i soggetti (medico di base, 118, responsabili Utic e dell’Emodinamica) coinvolti, a vari livelli nella diagnosi e nella cura dell’infarto miocardico acuto. Sono questi, quindi, i punti chiave del percorso diagnostico-terapeutico ed assistenziale (Pdta) elaborato dal Dipartimento Salute.

Soccorrere il prima possibile il paziente infartuato è il primo obiettivo. Una terapia rapida e appropriata consente di abbattere i casi di morte e di invalidità dopo l’infarto. Il protocollo prevede la possibilità di somministrare la fibrinolisi, cioè un farmaco che scioglie il trombo e salva il cuore, nello studio medico, in ambulanza o nel luogo dove si prestano i primi soccorsi. La terapia è efficace, se praticata nelle prime ore, entro un massimo di sei.

Se il paziente non reagisce alla cure, ci sono controindicazioni o sono passate più di sei ore dall’insorgenza dei sintomi, è previsto il ricovero immediato nel reparto di Emodinamica dell’Ospedale S. Carlo di Potenza, attivo 24 ore, per recuperare le funzioni cardiache.

Se il paziente reagisce bene alla terapia (nelle ambulanze medicalizzate è possibile eseguire un elettrocardiogramma), il protocollo prevede il trasferimento del paziente in altre strutture specialistiche di cardiologia, dove eseguire ulteriori esami (tra cui la coronografia) previsti dalle linee guida europee prima delle dimissioni.

“Il tempo è muscolo”, dicono in gergo i cardiologi, a significare che ridurre i tempi di intervento significa ridurre i casi di mortalità e di invalidità permanente che seguono gli infarti. 

“Nonostante  la Basilicata venga riconosciuta da analisti esterni come una Regione in grado di assicurare un ottimo livello nelle prestazioni sanitarie e da Roma ci siano imposte politiche di contenimento della spesa, non siamo disposti a giocare la partita della sanità in difesa: il nostro obiettivo era e continua ad essere quello di fornire servizi sempre migliori ai cittadini e garantire salute e qualità della vita”. Il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, spiega così la nuova campagna contro l’Infarto miocardico acuto lanciato dalla Regione Basilicata.

“Mentre continuiamo a mandare avanti programmi e screening di prevenzione in altri campi – ha proseguito De Filippo – abbiamo ritenuto utile concentrarci su una patologia che rappresenta non solo una delle principali cause di morte in tutto l’occidente, ma che anche quando non ha esiti letali, con il suo effetto invalidante può incidere pesantemente sulla qualità della vita e sulla capacità lavorativa delle persone. Il fattore tempo è importantissimo, ma per questo la situazione demografica e orografica della nostra regione rappresenta un elemento di debolezza. Perciò, con il percorso diagnostico e terapeutico dell’Ima, abbiamo lavorato per rendere le maglie della rete di soccorso sempre più strette ed efficaci, per annullare le criticità”.

“L’iniziativa è frutto di un accurato lavoro svolto con i cardiologi ed i medici di Medicina generale di Basilicata e punta ad innalzare i livelli di sicurezza in caso di infarto miocardico acuto.

Il percorso diagnostico e terapeutico predisposto determinerà una maggiore efficacia nell’intervento da parte del sistema di emergenza-urgenza 118 e la rete ospedaliera, consentendo così un drastico abbattimento dei tempi d’intervento e dunque una maggiore possibilità  di salvare la vita dell’infartuato. Tutto questo senza disparità di intervento su tutto il territorio regionale”.

Lo ha detto l’assessore alla Salute della Regione Basilicata, Attilio Martorano, presentando il “Percorso terapeutico ed assistenziale (Pdta) per lo sviluppo dell’infarto miocardico acuto”, cui si accompagnerà una campagna informativa.   

“Il protocollo – ha proseguito l’assessore – favorisce un lavoro di squadra, impegnando anche i medici di Medicina generale ed il cittadino stesso, che sarà messo in condizione di riconoscere i sintomi dell’infarto, e di rivolgersi così alle strutture sanitarie, risparmiando tempo prezioso. Partiamo da un punto zero: abbiamo a disposizione gli indici di performance del sistema e li confronteremo con quelli ottenuti dopo la messa a regime del servizio, in modo da valutare eventuali, ulteriori azioni di miglioramento.

Quest’iniziativa  – ha concluso Martorano – non sarà un esempio isolato di definizione, di percorso diagnostico e terapeutico; ad esso se ne aggiungeranno altri per altre patologie ed eventi, così da assicurare ai cittadini lucani le terapie più appropriate ed omogenee di cura su tutto il territorio regionale”

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