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Banda “marmotta”, indagato resta dentro

Il gip di Potenza, Luigi Spina, ha confermato la detenzione in carcere per l'”artificiere” della banda – composta da altri tre uomini, arrestati in Puglia – specializzata nell’assalto ai bancomat con il cosiddetto metodo della “marmotta”, sgominata il 2 settembre scorso dalla Polizia. La banda è accusata di aver compiuto almeno sette “colpi” inserendo esplosivo nella fessura del bancomat per farlo esplodere e provocare un’apertura attraverso la quale prendere i soldi.

Della banda del bancomat, facevano parte due ortesi – Francesco Brattoli e Vincenzo Marchese e il melfese Ivo Lopa. Una quarta persona è tuttora ricercata. Il blitz è scattato la scorsa notte nell’ambito dell’operazione anticrimine condotta dalla Squadra Mobile della questura di Potenza in merito ai continui assalti agli sportelli bancomat compiuti in Basilicata e in Puglia. Undici gli indagati, cinque raggiunti da un decreto di fermo. Tra i sette bancomat presi d’assalto – episodi accertati – figura quello recente della Popolare di Bari a Rocchetta Sant’Antonio. Episodio accertato anche a Poggio Imperiale.

La banda utilizzava il metodo della “marmotta”, introducendo una paletta contente esplosivo nella fessura del bancomat, che poi facevano esplodere. Sul posto arrivavano con delle macchine rubate, passamontagna, tute nere e numeri di cellulare intestati a persone sconosciute. I colpevoli sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di porto e detenzione di materiale esplosivo e di furti pluriaggravati.

All’organizzazione criminale gli inquirenti sono arrivati tramite Vincenzo Marchese, già sotto controllo durante le indagini per l’arresto di un latitante, Nicola Cassano, con il quale si trovava a Forlì al momento del fermo. Lopa invece è considerato l’artificiere della banda.

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