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Basilicata 2018: le candidature

Siamo alle candidature per le elezioni politiche 2018, candidature che non vanno sottovalutate per il ruolo e l’importanza che rivestono. Le attenzioni che tutti i partiti ripongono, dimostrano il peso delle scelte. Però queste scelte vanno nella ricerca di candidati con un buon consenso, una buona visibilità, senza guardare la loro competenza, le loro capacità.
È vero che i programmi non valorizzano gli uomini, ma il risultato da raggiungere, però la ricerca di candidati “forti” serve a raggiungere il numero di voti, di consensi, necessari secondo la legge elettorale attuale, a governare. Il raggiungimento del 40% dei votanti porterebbe qualsiasi forza politica alla possibilità di governare, per cui diventa chiara la mission: raccogliere consensi. Ora in questi giorni vediamo impazzare sui quotidiani nomi altisonanti, molti ad effetto, nomi sussurrati, ma che destano stupore tra la gente. Strategie, condizionamenti, opportunità, che evidenziano ancor più il malessere che pervade la politica. A politici di mestiere, navigati ed esperti, fanno da contraltare persone note al pubblico locale che sembrano fare da cassa di risonanza di questo o quel partito. Questi, pur evidenziando e rappresentando il territorio, con tutto il rispetto per la persona, non hanno sicuramente quella competenza e disponibilità necessaria per l’incarico a cui sarà chiamato. Se poi lo vediamo in prospettiva di programma elettorale, credo non sappiano neanche argomentarlo o al meglio solo replicarlo a parole proprie.
Non credo si debba essere politici di professione, ma aver maturato esperienze nel pubblico, avere conoscenze di partecipazione pubblica, amministrativa e alla vita sociale. La frequentazione di gruppi, associazioni culturali, politiche, sociali, servono a far nascere nella persona una capacità critica ed obiettiva, che determina sicuramente un miglior vivere civile e democratico, ma non sempre sufficiente a porsi quale responsabile della cosa pubblica. Molti sanno comandare in casa, ma diversamente fuori del suo ambiente.
Questo perché la responsabilità della gestione pubblica è cosa ben diversa. Occorre avere un profondo
senso di stato per capire che molte volte vanno prese decisioni impopolari per determinare un cambio di passo, senza dover addossare responsabilità ai predecessori e cercare di invertire la rotta, la tendenza. Un programma va dato, ma può essere modificato, variato, verificando tempestivamente le proiezioni previste e quelle raggiunte. Per fare questo, oltre ad avere degli amministratori capaci ed esperti, fare tesoro degli andamenti e dei dati storici, occorre che questi politici abbiano una “vision temporale” e porre in campo delle strategie di medio-lungo periodo. Da cui credo difficile si possa porre fiducia in una persona, che pur nella sua visibilità e posizione carismatica, riesca a dare delle risposte ai cittadini. Il doversi piegare al programma elettorale sarà sicuramente limitante per qualsiasi persona che voglia dare un contributo fattivo alla forza politica che andrà ad assoldarlo. Occorre dare spazio a coloro che hanno da tempo maturato il “credo” politico, con frequentazioni negli spazi di aggregazioni politiche, che meglio rappresentano la costruzione del programma stesso.
Da questo mio pensiero, nasce l’esigenza di voler dare un monito a tutti, organizzazioni politiche comprese: Non si corra alla ricerca di consensi, candidando personaggi noti, perché difficilmente questi soggetti hanno le necessarie competenze. Occorre individuare persone si rappresentative, ma abbiano quell’autorità e competenza per tutelare e ben rappresentare il territorio. L’idea di stato, di cosa pubblica deve pervadere i loro pensieri, e i cittadini tutti sappiano scegliere in questo ideale di uomo politico. Oggi occorre decidere per il futuro dell’Italia e dei nostri giovani, ma anche saper scegliere coloro che ci andranno a rappresentare e probabilmente a tutelare la nostra regione.
Natale Lucarella

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