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Basilicata: il Consigliere Luca Braia sul riordino delle Province

La conclusione della prima parte della vicenda del riordino delle province, sul cui si sono espressi gli organismi previsti dall’iter legislativo e cioè il CAL, il Consiglio Regionale e i Consigli Comunali di Matera e Potenza, prevede che l’ultima parola spetti al governo nazionale.

Proprio in questa fase di attesa si registrano una serie di puntualizzazioni di esponenti politici e vertici istituzionali attraverso i vari comunicati stampa che spesso appaiono strumentali. Vengono citati, infatti, incontri ed episodi, tendenti, piuttosto che ad affrontare il merito delle scelte, a giustificare posizioni e comportamenti, che rischiano, al dilà delle intenzioni di ciascuno, di surriscaldare il dibattito politico-istituzionale che invece in questo momento andrebbe raffreddato. Sono convinto che se ci riflettiamo un poco vediamo che occorre affrontare un livello di discussione più utile e produttivo per ricercare soluzioni efficaci. Tutti parliamo della necessità di una più efficace governance regionale e perciò ben distribuita e policentrica, collante che tenga unita la Basilicata ed esalti il protagonismo dei territori e le loro vocazioni produttive territoriali. Una governance che sia distribuita nelle funzioni e nei poteri in maniera equilibrata non solo tra Matera e Potenza, ma, che valorizzi anche altre aree della regione.

L’eventuale concentrazione di uffici governativi, regionali e provinciali nella città di Potenza, unita alla spoliazione in atto sul territorio degli uffici giudiziali, postali, della Banca d’Italia e di altre agenzie dello stato, è inaccettabile da un  punto di vista oggettivo, funzionale, economico e  politico e qualora dovesse accadere,  la classe politica lucana tutta, farebbe bene, fuori da pericolosi localismi e dannosi tatticismi, a porre rimedio immediato ad un vulnus così evidente che se consumato, rischia di mettere in crisi la stessa regione che sta a cuore a tutti.

A proposito della polemica delle ultime ore, solo per chiarezza e perchè ne sono personalmente  coinvolto, mi preme comunicare che la decisione sulla necessità di effettuare un incontro con il Ministro Patroni Griffi, finalizzato esclusivamente a verificare la percorribilità dell’ipotesi, rivelatasi poi positiva, di derogare ad un non ben definito automatismo previsto all’art 10 bis della Lgs 135 e che prevede la sede degli uffici periferici dello stato nel capoluogo di provincia, fu presa ad un tavolo politico del PD  convocato lunedì 24 settembre dal segretario Speranza, alla presenza dei sindaci Vito Santarsiero e Salvatore Adduce, dei parlamentari, dei consiglieri regionali,  dei segretari provinciali e di alcuni componenti della segreteria regionale. Nel corso della medesima riunione si decise anche la composizione della delegazione e la decisione fu, essendo solo una fase iniziale ed istruttoria, di acquisire la disponibilità (poi mancata) del capogruppo del Pdl, come maggior partito di opposizione, che doveva aggiungersi a chi aveva dichiarato la volontà di essere presente ovvero il sottoscritto, Vincenzo Santochirico, l’On. Margiotta, il Sen. Chiurazzi ed il Presidente Vito De Filippo.

Solo la comunicazione dell’incontro del 27 settembre avvenne, con un preavviso assai ridotto, ma comunque in tempo utile per partecipare non per intenzione di nessuno. Si sa, infatti, che i calendari e le disponibilità dei Ministri non sono facili da predeterminare e neppure troppo immediate.

Tale tavolo politico, inoltre, riunitosi successivamente più volte sull’argomento, ha discusso e condiviso tutte le azioni che sono state puntualmente effettuate, compresa quella di convocare il consiglio regionale, che ha approvato il documento che facesse da linea guida alle autonome deliberazioni dei consigli comunali delle due  città capoluogo. Di questi argomenti comunque se ne è discusso per due volte in riunioni di maggioranza e, successivamente, in una riunione presenti tutti i capi gruppo presenti nel consiglio regionale.

Detto ciò per doverosa chiarezza, piuttosto che cercare improbabili errori di comportamenti o inesistenti capri espiatori, vista la ristrettezza dei tempi con i quali il Governo Monti ci costringe a scegliere, è bene che ciascuno di noi, da destra a sinistra, faccia un approfondito esame di coscienza per comprendere fino in fondo le ragioni dei propri comportamenti e soprattutto per fare riflessioni più pacate ed oneste sui propri convincimenti.

Ritengo che le sfide che ci attendono non possono vedere territori e cittadini di Basilicata gareggiare con il governo Monti in termini di zelo neocentralistico, che ha il sapore anacronistico della controriforma proprio quando si celebra il cinquantesino anniversario del Concilio Vaticano II°, e chiamo tutti a coorte per ostacolare le manovre di chi ci vuole definitivamente eliminare approfittando  purtroppo di inadeguati comportamenti di taluni membri di istituzioni regionali e non, che fanno scandalo ed allontanano i cittadini dalla  politica.

Dietro alla strumentalizzazione di questi esecrabili comportamenti si nasconde l’intenzione reale di riportare l’Italia indietro di quarant’anni azzerando totalmente il sano e virtuoso principio delle autonomie regionali.

L’annunciata iniziativa del governo, per ora non ancora attuata, di riformare il Titolo V della Costituzione, mira oltre che a restituire una serie di competenze allo Stato centrale anche a rivedere l’organizzazione delle Regioni, temi straordinariamente importanti che meritano tempi adeguati e confronti ampi sui territori e tra le comunità, argomenti che devono vedere protagonista una comunità di Basilicata unita, consapevole della sua storia e forte delle sue risorse naturali, ambientali e culturali, per contrastare eventuali e  reconditi progetti di conquista da parte di moderni conquistadores.

Luca BRAIA

Presidente Gruppo PD Consiglio Regionale

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