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Basilicata, il consigliere Quarto chiede riforma partecipata per i Consorzi industriali

“Per i Consorzi industriali serve una riforma  partecipata e condivisa che tuteli appieno i diritti di tutti i lavoratori”. Ad affermarlo il consigliere regionale di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto.

“Parlare  della creazione di un nuovo ente sub-regionale – dice il consigliere – che porti alla fusione dei due Consorzi industriali provinciali, appare una scelta approssimativa e non affatto risolutiva delle molteplici problematiche che ad oggi caratterizzano i due consorzi stessi”.

“Un nuovo ente unificato con una ratio esistenziale e organizzativa priva di senso logico e produttivo serve a pochi, anzi a nessuno. Infatti – continua Quarto – i due enti consortili presentano in modo manifesto aspetti strutturali e funzionali estremamente diversificati, che rendono i loro apparati difficili da unificare e da concepire come omogenei sull’intero territorio regionale. Sia ben chiaro le problematiche sussistono e vanno risolte, il riferimento particolare è al Consorzio di Potenza che presenta un disavanzo in bilancio spaventoso, parliamo di un deficit di una settantina di milioni, frutto di cattiva gestione e ingiustificati sperperi del passato. Al contrario la struttura di Matera appare virtuosa e produttiva tanto da potersi vantare di un attivo sostanziale di una ventina di milioni”.

“L’unificazione gestionale serve a ben poco – rimarca Quarto – rimarrebbero così facendo radicate le lacune operative che hanno portato alla sfascio odierno. purtroppo di non semplice soluzione. Le riforme prospettate richiedono chiarimenti opportuni, e devono essere accompagnate da scelte ponderate e qualificate. Ogni aspetto innovativo richiede massima condivisione e partecipazione di tutte le componenti interessate, alla luce del pieno rispetto delle  normative per non incorrere in sonore bocciature di matrice giurisprudenziale. Parliamo pur sempre di strutture al servizio di tante aziende fruitrici degli importanti servizi erogati. Bisogna necessariamente ragionare in un’ottica organizzativa su base industriale che sia in grado di proporre e produrre risultanti positive, ossia profitto non certo e non solo in una logica assistenziale, ma in una visione futura dalla valenza proficua per l’intero territorio regionale. In questa realtà ,purtroppo deficitaria, non devono in alcun modo sopperire o essere abbandonati al loro destino i diritti di tutti i lavoratori, meritevoli di adeguata tutela e supporto concreto in tutte le loro prerogative. Nessun posto di lavoro deve correre il pur minimo rischio – conclude Quarto – coinvolgiamo in tal senso le parti sociali e programmiamo un futuro sicuro nell’interesse di tutti, frutto di scelte sensate e responsabili”. 

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