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Basilicata, infrastrutture ferroviarie e stradali, problematiche attuali e prospettive future

La rinascita socio-economica di Matera e della Basilicata, ancor più dopo l’emergenza Covid 19, deve partire dalle infrastrutture ferroviarie e stradali, insieme a qualificate politiche di valorizzazione del comparto produttivo rappresentato dalle piccole imprese, dall’artigianato di tradizione in chiave moderna, dall’agricoltura pregiata e dalla zootecnia di qualità. Settori ai quali servono maggiori attenzioni della politica materana e regionale al fine di rilanciare anche il commercio e il turismo. Quindi, temi di grande attualità discussi durante un partecipato incontro-dibattito svoltosi in una elegante struttura alberghiera di Borgo Venusio. Ad aprire l’incontro è stato Nicola Pavese, presidente dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”, che ha illustrato lo stato dell’arte della Ferrandina-Matera il cui completamento (disponibili 365 milioni di euro e il progetto definitivo di Ferrovie dello Stato) dipende dai passaggi burocratici a Roma, ai quali la politica deve dare una decisa accelerata. L’occasione è servita, inoltre, per sottolineare l’importanza della ferrovia statale e per sollecitare la prosecuzione delle rotaie da Matera verso la Puglia, in modo da collegare la Città dei Sassi alle realtà turistiche più prestigiose del Sud e alle relative strutture portuali efficienti e dinamiche per l’import/export. Realtà che di fatto si trovano lungo l’asse Napoli-Lecce, nel quale possono rientrare la Basilicata e Matera, toccando anche Bari e Taranto. Tra l’altro, ferrovie che dal versante tirrenico potranno collegare Matera alle maggiori città del Centro-Nord e dell’Europa.
Ad animare la discussione gli interventi di Massimo De Salvo (Confapi Matera), Nunzio Di Mauro (Coldiretti), Leo Montemurro (CNA), Gerarda Bonelli (Confartigianato), Giovanni Maragno (Confindustria), Nicola Minichino (Copagri), presenti Pietro Bitonti (Condiretti Matera), numerosi operatori economici e giovani. Nel corso degli interventi, è stato evidenziato che Matera viene fuori dalla vetrina internazionale del 2019 ma sono in molti a chiedersi quale sarà il futuro della città e i livelli occupazionali delle nuove generazioni, e soprattutto quali le strade da percorrere difronte alle preoccupazioni evidenziate da diversi osservatori economici. Si è consapevoli, comunque, che bisogna reagire insieme ed organizzarsi per evitare la desertificazione imprenditoriale e turistica della città e della regione. Pertanto Matera, nel recuperare il suo ruolo istituzionale di capoluogo di Provincia, deve tornare a essere protagonista mediante una visione nuova di sviluppo e di crescita del suo territorio, frutto di ampie sinergie e compartecipazioni. Per questo vanno assicurati collegamenti e fabbisogni necessari per superare l’isolamento e rivalutare le potenzialità del mondo produttivo, capace di esaltare competitività e genialità di aziende e botteghe che hanno ancora tanto da dire e non solo in un contesto locale e regionale. Irrinunciabili sono, quindi, i fondi europei del “Recovery Fund” da utilizzare per il sistema dei trasporti, per ammodernare alcune arterie stradali fondamentali come la MT-Metaponto, la MT- Basentana e la Bradanica e fare investimenti mirati per ammodernare il sistema produttivo. Passaggi vitali per l’economia e per il rilancio di aree ricche e di sicure prospettive come il Metapontino, dove il binomio agricoltura-turismo può fare da traino alle realtà delle zone interne (vedi Zes, Paip e centri urbani). Il mondo produttivo materano è dunque motivato e farà la sua parte per superare lacrisi. Servono però adeguate opportunità infrastrutturali e di promozione, in modo da allargare gli orizzonti verso mercati internazionali. Condizioni favorevoli da creare con il sostegno del sistema bancario, che insieme alle nuove tecnologie e alle forze sociali può consentire di vincere la sfida. Che da noi riguarda anche fenomeni come disoccupazione e spopolamento dei paesi, situazioni sempre più inquietanti della Basilicata e del Mezzogiorno.

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