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Beppe Grillo condannato per aver diffamato l’ex parlamentare barese Cinzia Capano

Sono state depositate le motivazioni della sentenza di appello con cui Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, è stato condannato per diffamazione aggravata nei confronti dell’ex parlamentare barese del Pd Cinzia Capano.
Nella sentenza si legge che “il diritto di critica, anche quella politica, è un bene prezioso della democrazia. Se viene meno il diritto di critica, viene meno la democrazia. Esso, però, non può spingersi né può essere accolto oltre il concreto senso della ragionevolezza, non può insomma fondarsi sulla menzogna; non può confondersi con la menzogna denigratoria”.
La condanna riguarda alcune dichiarazioni fatte da Grillo nel 2011 durante la trasmissione “Anno Zero”, in cui denunciò l’assenza della parlamentare barese in Aula in occasione del voto sulla proposta di accorpare nell’Election day il referendum sull’acqua pubblica a quello amministrativo del maggio 2011.
Grillo accusò la Capano di avere volutamente fatto fallire l’accorpamento per boicottare la consultazione popolare a vantaggio delle lobbies della privatizzazione dell’acqua. Il giorno del voto, il 16 marzo 2011, Capano – come fu subito chiarito con un comunicato dal Pd, annotano i magistrati – era assente perchè ricoverata d’urgenza in ospedale a causa di un grave malore.

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