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Bisogno (M5S): “Melfi, insediata Commissione d’indagine per verificare infiltrazioni malavitose”

“Come se non bastassero le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Comune e il Sindaco Valvano, alle quali si è aggiunta la secca bocciatura della Corte dei Conti sui metodi di controllo adottati dall’amministrazione comunale, arriva oggi la notizia dell’avvio di un’indagine per verificare il rischio di infiltrazioni malavitose nel Comune di Melfi.

Apprendiamo, infatti, dalla nota del Prefetto di Potenza, Annunziato Vardè, che oggi si è insediata la Commissione di Accesso e di Accertamento che avrà il compito di indagare sulla “sussistenza di collegamenti diretti o indiretti” tra l’amministrazione comunale di Melfi e la criminalità organizzata.

Come cittadina di Melfi, sono stanca che la mia città sia venga alla ribalta a causa dei metodi scellerati di questa amministrazione comunale, più attenta all’apparire che all’essere amministrazione, incapace della dovuta trasparenza amministrativa, inadeguatezza confermata recentemente anche dal rapporto della Corte dei Conti.

Se i cittadini di Melfi pensavano si fosse toccato ormai il fondo, sono stati subito smentiti dall’amministrazione comunale”.

Va spiegato che l’insediamento della Commissione di Accesso è spesso propedeutico allo scioglimento del comune, qualora si verifichi quanto previsto dall’art. 143, commi 1 e 2, del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 che recita “i consigli comunali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effettuati … emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori, ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica.

Al fine di verificare la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 anche con riferimento al segretario comunale o provinciale, al direttore generale, ai dirigenti ed ai dipendenti dell’ente locale, il prefetto competente per territorio dispone ogni opportuno accertamento, di norma promuovendo l’accesso presso l’ente interessato. In tal caso, il prefetto nomina una commissione d’indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, attraverso la quale esercita i poteri di accesso e di accertamento di cui è titolare per delega del Ministro dell’interno … Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, la commissione termina gli accertamenti e rassegna al prefetto le proprie conclusioni

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