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Bosch Bari, 700 esuberi nei prossimi 5 anni

Nell’incontro di verifica con la Regione Puglia la direzione Bosch dello stabilimento di Bari , tenutosi questa mattina , ha comunicato che l’80% delle proprie produzioni oggi è posizionato sulle motorizzazioni diesel, che per effetto del cambio verso l’elettrico, determinerà una eccedenza nei prossimi 5 anni circa 700 esuberi. La situazione è ben peggiore, le 700 eccedenze al 2027 considerano comunque la presenza di produzioni diesel che andranno a perdersi negli anni successi fino al completo stop nel 2035. Come Fim – Cisl stimiamo ulteriori eccedenze di circa 500 unità entro il 2035.
Nello stabilimento di Bari sono occupati oggi circa 1700 dipendenti distribuiti su 9 diverse tipologie di produzioni , circa l’80% di queste sono legate alle motorizzazioni diesel e benzina. Il 23 giugno 202 1, nel primo incontro del tavolo automotive presso il MiSE , come Fim – Cisl abbiamo sollecitato direttamente il Ministro Giancarlo Giorgetti di intervenire immediatamente convocando alcuni grandi gruppi della componentistica dell’auto come : Bosch, Vitesco e Denso, che già avevano esplicitato il rischio occupazionale per oltre 4.000 lavoratori, per costruire , con risorse finanziarie previste per la transizione ecologica, un piano di reindustrializzazione per salvare l’occupazione ed
impedire la desertificazione industriale. Da quella data abbiamo continuato a denunciare questo pericolo chiedendo un intervento diretto,
purtroppo inascoltati dal MiSE . Il PNRR mette a disposizione fondi per la transizione e energetica e la mobilità, serve che il governo
chiarisca quali potenzialità possono essere messe in campo, nello stesso tempo è indispensabile chiedere alla casa madre Bosch , quali risorse economiche è disposta ad investire su Bari per la riconversione produttiva.
E’ necessario apri re un confronto in sede ministeriale per Bosch , con la presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, dove il Gruppo deve presenta re un piano di reindustrializzazione del plant, che consenta di azzerare gli esuberi denunciati evidenziando gli investimenti e le risorse finanziarie necessarie. E’ altrettanto indispensabile che venga riconvocato il tavolo ministeriale per individuare strumenti
e risorse per un settore che è investito da un cambiamento strutturale. Non è più tollerabile l’immobilismo delle istituzioni di fronte ad una situazione che sta impattando sul settore con chiusure e licenziamenti. Convocheremo le assemblee per informare i lavoratori per decidere poi le iniziative a sostegno di questa difficile vertenza.

Dichiarazione del Segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e del Segretario generale Fim Cisl Bari Donato Pascazio

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