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Brexit. Bordo (Pd): “Choc simbolico ed economico, Ue eviti contagi e sua fine”

“’Leave the European Union’ parole che oggi pesano come un macigno su un’Europa disgregata non più solo a parole ma anche nei fatti. La peggiore delle previsioni purtroppo si e’ avverata, dopo una campagna referendaria carica di odio, paura e illusioni. La decisione dei cittadini britannici di mettere la parola ‘fine’ a un rapporto evidentemente ormai logorato e irrecuperabile obbliga gli Stati europei a una riflessione senza precedenti. Uno choc simbolico sul quale non si potra’ indugiare troppo: le ripercussioni di questa scelta in Gran Bretagna, come nel resto d’Europa, saranno politiche, sociali, militari e naturalmente economiche, nonostante il paracadute predisposto dalle banche centrali”. Lo afferma, in una nota, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd.
“Ricercare le responsabilità di questo esito sarebbe un inutile gioco al massacro. – prosegue Bordo – Occorre invece intervenire rapidamente per disinnescare il rischio concreto di un’emulazione anche in altri Paesi di quanto accaduto in Gran Bretagna. Abbiamo bisogno immediatamente di fare scelte politiche che consentano all’Europa di tornare a crescere a ritmi sostenuti, di creare occupazione, di realizzare redistribuzione sociale. Sarà necessario che i Paesi collaborino di più sulle questioni fondamentali e non facciano prevalere gli egoismi nazionali, spesso terreno fertile per il radicamento di forze antieuropee e di nuovi nazionalismi. Gli Stati devono recuperare lo spirito unitario, anche perchè la soluzione alle contraddizioni europee non può essere la disintegrazione dell’Unione capeggiata da movimenti populisti e xenofobi. L’Europa va rilanciata. Non ci sono alternative ad essa”.
“Bisogna adoperarsi per giungere quanto prima a una proposta di riforma che assicuri all’Unione maggiore integrazione e una identità più chiara. D’altra parte, se non si trova una via di salvataggio europea a questo momento di grande difficoltà ogni Paese penserà di potersi salvare da solo, commettendo in questo modo un errore gravissimo. Da domani, anche sulla scorta del pessimo risultato del referendum inglese, si lavori allora ad un progetto europeo più attraente e capace di renderci tutti meno vulnerabili di quanto non lo siamo oggi. Si faccia ogni sforzo per costruire una nuova Europa, più forte e coesa, che abbia l’ambizione di essere protagonista nel mondo” conclude Bordo.

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