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Canale 7 di Policoro, nota di Perrino

Quello del canale 7 di Policoro è un problema che i cittadini del metapontino conoscono perfettamente. La soluzione di questa problematica è connessa agli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico messi in atto dal Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. Il progetto del Consorzio di Bonifica prevede la realizzazione di un canale in grado di raccogliere l’intera portata che attualmente defluirebbe nel Canale 7; il nuovo canale convoglierebbe le acque scolmate dal Canale 7 direttamente in mare all’imboccatura del porto di Marinagri.

Il Comune di Policoro ha, sin da subito, espresso perplessità sull’opera evidenziando i rischi ambientali (soprattutto idraulici) connessi all’intervento;  la stessa amministrazione comunale nel maggio 2017, tramite un apposito studio idrologico-idraulico, ha evidenziato, con estrema chiarezza, le condizioni di criticità in corrispondenza del Canale 7 che esporrebbero a rischio gran parte del territorio comunale nella zona litoranea con classe di pericolosità idraulica molto elevata e notevole probabilità di inondazione. 

D’altronde anche la Regione Basilicata nel novembre 2016 aveva negato l’autorizzazione paesaggistica richiesta dal Consorzio per la realizzazione dell’opera chiedendo apposite integrazioni.

L’ultima novità è quella di settembre 2020 che ha visto il Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Basilicata approvare il Progetto Definitivo – rientrante tra i 40 interventi, ammessi a finanziamento FSC 2014-2020 – per l’intervento denominato “Intervento di realizzazione di un canale scolmatore in Località Torre Mozza” nel Comune di Policoro (MT)”. 

Il Progetto approvato dal citato Commissario straordinario non tiene conto, tuttavia, proprio dello studio commissionato dal Comune di Policoro (e redatto dall’Ing. Giovanni Martino, anche progettista del definitivo): il progetto prevede la realizzazione di n. 2 “vasche di laminazione” regimentate da argini con base di 8/10 mt. per una lunghezza complessiva di 3 chilometri, da realizzarsi sacrificando una pineta di 34 ettari con 20.000 alberi di Pino d’Aleppo di circa 60 anni di età media. La pineta interessata dalla realizzazione delle predette vasche di laminazione, riveste una funzione ambientale e turistica notevole e rientra in SIC-ZPS, area ad intrasformabilità totale. Apparirebbe, quindi, evidente l’incompatibilità del progetto approvato dal Commissario straordinario rispetto alle caratteristiche ambientali dell’area oggetto dell’intervento. Conseguentemente urge, a nostro avviso, un necessario chiarimento da parte della Regione Basilicata su un’opera di così rilevante impatto per il delicato assetto di un territorio, quello della costa metapontina, che ha subito e continua subire gli effetti di un dissesto idrogeologico che è giunto il momento di contrastare con efficaci azioni di prevenzione, manutenzione e controllo.

 

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