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Caso rifiuti, parlano il sindaco e gli assessori Quintano e Acito

“Basta gioco al massacro sui rifiuti. Questa conferenza stampa sarà un incontro illustrativo  con dati, cifre e fatti ”. Così il sindaco Raffaello de Ruggieri ha esordito oggi nel corso della conferenza stampa che ha tenuto con l’assessore alla Gestione del ciclo dei rifiuti  Enzo Acito e con quello al Bilancio Eustachio Quintano. L’assessore Acito ha tracciato la cronologia dei fatti: “Il Comune di Matera ha avuto, nel 2006 , l’autorizzzazione Aia  Via nella quale venivano fissati alcuni criteri per il rispetto delle procedure di gestione dell’ impianto di compostaggio. Nella stessa autorizzazione, fu fornita alla Provincia la responsabilità di verifiche annuali per la gestione dell’impianto di compostaggio.
Il primo verbale, il 24 ottobre 2011, definisce che le prescrizioni autorizzatorie della gestione sono controllate dalla Provincia e individua difformità nell’impianto di captazione del biogas. C’è una difformità di giudizio – chiarisce ancora l’assessore – che subisce dei cambiamenti nel tempo. L’1 febbraio del 2013, le prescrizioni sono due: non aver ottemperato all’Aia Via per la qualità di percolato e la mancata realizzazione di un impianto commissionato all’Enea per produrre biogas all’interno della discarica. Il 3 febbraio 2014 le difformità diventano tre: trattamento del compost non conforme all’Aia Via, la qualità percolato e il mancato rispetto delle indicazioni dell’Aia Via dell’impianto mobile per la deferritizzazione.
Il 23 febbraio 2015, ultimo verbale relativo all’amministrazione Adduce, le contestazioni sono sei: stato dell’impianto che non garantisce la depressione interna (cattivi odori), la qualità del percolato, la presenza del percolato con relative emissioni già a bassa temperatura, la presenza di gabbiani su rifiuti superficiali non regolarmente gestiti secondo Aia e Via, rete del biogas e mancata presentazione del piano per l’ubicazione dei 15 piezometri per individuare eventuale inquinamento della falda. Queste prescrizioni  – ha precisato ancora l’assessore – non hanno provocato da parte della Regione la sospensione dell’Aia Via.
Nel primo verbale dell’amministrazione De Ruggieri, del 2 febbraio 2016, le contestazioni sono due: processo di maturazione non risponde alle prescrizioni dell’Aia e la qualità del percolato e fossa dei rifiuti aperta e non in depressione; sono state reiterate, cioè, due delle sei contestazioni precedenti.
C’è però un diverso atteggiamento: mentre fino a febbraio 2015  c’era stato un comportamento depressivo che non ha fatto scattare meccanismi di diffida o sospensione, il 2 febbraio 2016 ha comportato solo un mese dopo, la diffida e sospensione dell’attività.
Questo provvedimento ha comportato la necessità di emettere il 6 marzo 2016, un’ordinanza del sindaco la n.100 per cui, non potendo gestire il tritovagliatore, il Comune ha dovuto attivarsi per individuare una discarica in cui conferire il materiale non più utilizzato,  ed è stato costretto subito dopo all’abbanco in discarica. In modo attento, l’amministrazione comunale aveva già disposto un progetto di ammodernamento e di riqualificazione dell’impianto, l’8 marzo 2016 ovvero qualche giorno dopo l’ordinanza del sindaco. La richiesta viene inviata alla Regione, il Comune anticipa 850 mila euro e la Regione ammette a finanziamento 1,220 mila euro per l’adeguamento dell’impianto che è stato realizzato in tempi record dal Comune.
La Regione con una prima nota il 18 maggio, autorizza la prosecuzione dell’adeguamento e il 3 agosto vincola la messa in funzione dell’impianto alle autorizzazioni della Provincia, dell’Arpab e della stessa Regione. Il 3 agosto Provincia e Arpab rilasciano l’autorizzazione, la Regione prende tempo per autorizzazione l’uso del tritovagliatore e le modifiche apportate. Intanto, nel verbale del 12 settembre 2016 dell’Osservatorio regionale proponemmo, che nel momento in cui fosse entrato in funzione il tritovagliatore che avrebbe dovuto lavorare 119 tonnellate al giorno, avremmo potuto gestire il quotidiano e smaltire al tempo stesso il materiale abbancato di 9000 tonnellate in parallelo. Il conferimento in discarica avrebbe comportato 250 euro a tonnellate; il trattamento con il tritovagliatore avrebbe comportato una spesa finale di 130 euro a tonnellata.
Nonostante la nostra richiesta ufficiale, nella quale ci impegnavamo anche a smaltire l’abbancato, la Regione ha delegato completamente la proposta,  chiedendoci di smaltire prima le 9000 tonnellate abbancate e contemporaneamente continuare a conferire i rifiuti a Melfi fino al 30 settembre e a Tricarico e Colobraro.
Il doppio costo è dovuto al fatto – ha chiarito l’assessore Acito – che invece di poter gestire come avevamo proposto, ci hanno costretto a procedere in quel modo. Attualmente smaltiamo 119 tonnellate al giorno di materiale abbancato, termineremo il 2 febbraio prossimo. Tutto questo è stato formalizzato dalla Regione il 24 ottobre. Rispetto alla nota della Provincia e della Regione del 3 agosto scorso, oltre due mesi e mezzo dopo i costi per conferire in discarica sono ancora alti”.
L’assessore si è poi soffermato su un aspetto, aggiungendo: “Sembra quasi che la precedente amministrazione non avesse i nostri problemi, in termini di emergenza rifiuti. Il senso civico dei cittadini non può essere cambiato in un anno e mezzo. E’ significativo il fatto che ci siano rifiuti abbancati in ogni angolo della città, tra cui anche gli ingombranti o i pneumatici. Ci sembra che si stia organizzando la questione rifiuti come una mossa di opposizione politica, costruita ad arte per mettere in difficoltà l’amministrazione con emergenze diffuse sul web attraverso le foto.
Nella seduta dell’Osservatorio regionale, il 12 settemrbe scorso, abbiamo mesos a verbale una situazione autonoma. La Regione demanda alle Province la selezione delle discariche in cui conferire i rifiuti e noi siamo obbligati a farlo e a sopportare il prezzo che ci viene imposto, senza gara né concorrenza di mercato. Nella seduta dell’Osservatorio ho portato l’esempio della pubblica amministrazione tenuta a fare una gara per ogni acquisto, perché milioni di euro vengono convogliati nelle poche discariche regionali senza che nessuno si preoccupi della congruità del prezzo. Quando ho imputato all’Anci la responsabilità di fare gli interessi dei Comuni per verificare i prezzi di conferimento, parlavo degli interessi di pochi messi davanti a quelli della collettività. A Matera in particolare se avessimo ridotto del 20% i costi di conferimento in discarica avremmo risparmiato 1,5 milioni all’anno.
Nel caso di Matera a Colobraro portiamo 35 tonnellate a Colobraro, 25 a Tricarico e 15 a Melfi. A Rendina il costo è di 234, 50  euro a tonnellata, a Colobraro gestito dal pubblico  204 euro a tonnellata per 25 tonnellate, infine  Tricarico gestita dal privato dove conferiamo 30 tonnellate 246 euro”.
Il sindaco ha inoltre spiegato: “Il 20 luglio,  ci è stata inviata una comunicazione in cui hanno dichiarato archiviata la proposta di Aia Via del Comune.  E da quel momento abbiamo dovuto, con fatica e impegno, rifare la domanda e presentarla di nuovo a settembre”. In merito alla mancata raccolta dei rifiuti,  l’assessore all’Igiene Antonella Prete ha chiarito: “L’amministrazione comunale si è attivata con contestazioni ufficiali, già nel luglio scorso. Le più recenti si riferiscono al mese di novembre. In questi giorni abbiamo incontato piu volte la società per trovare una soluzione condivisa, al di là dell’applicazione delle penali. Miglioreremo anche il sistema dei controlli, con un monitoraggio sul territorio da parte della polizia municipale, in modo da consentirci il controllo di eventuali errori e inciviltà.
I cittadini devono essere sensibilizzati, per evitare di giocare allo scaricabarile. In quanto ai rifiuti ingombranti, abbiamo contestato all’azienda ciò che non è stato fatto per un lungo periodo, quando l’unico mezzo utilizzato era in avarìa e non è stato sostituito, attività a cui hanno sopperito gli uffici comunali.  Per un periodo, solo così, abbiamo potuto pulire la città”.
Sul tema del bando per i rifiuti l’assessore Acito ha aggiunto: “Lo studio condotto tiene conto delle esigenze della città con particolare attenzione per le aree turistiche. Tutto questo reientra nel Piano che sarà presentato in consiglio comunale, dopo il passaggio in commissione. Si tratta di un bando con un progetto a base di miglioramento. Un appalto di grosse dimensioni per il quale adotteremo meccanismi per ridurre il contenzioso. In quanto alla vicenda del percolato, è una vicenda che merita un’attenzione superiore. Nell’Aia Via presentata a settembre, che comporta la necessità di mettere in sicurezza tutto, c’è anche questo capitolo. C’è la necessità però di trovare le somme per la gestione post mortem. Le varie amministrazioni avrebbero dovuto mettere da parte le somme per avere gli importi utili”.
All’assessore al Bilancio, Eustachio Quintano è spettato il compito di affrontare gli aspetti economici della vicenda: “Partiamo dalla delibera del 23 aprile della giunta Adduce, dove, sulla scorta di un conteggio fatto dallo stesso ing. Montemurro  che ha redatto anche il piano di luglio scorso per la determinazione della Tari  del 2015 e anche per il 2016, ci sono alcune grandi incongruenze. Il consigliere Adduce trova momenti inopportuni per manifestare i suoi convincimenti additandomi anche come Superman. Io sono stato chiamato da questa amministrazione a verificare le sistemazioni di bilancio e, modestamente, lo sto facendo. In quanto al costo del ciclo dei rifiuti, la delibera sosteneva che i maggiori costi stabiliti in via preventiva di oltre 400 euro mensili graveranno sulla Tari 2015.
Tutte le manifestazioni a cui abbiamo assistito nel 2015 in cui siamo stati tacciati come soggetti che conducevano la comunità alla disperazione, sono solo strumentali, le mie affermazioni sono sempre state argomentate  con norme e documenti. Ci hanno accusato di avere conti squilibrati, non in ordine…affermazioni che non hanno riscontro. Mi rendo conto dfi essere il bersaglio preferito del consigliere Adduce, forse perché insieme alla struttura sono riuscito a mantenere in piedi un bilancio che ci avrebbe portato fuori rotta. Quando si doveva realizzare il bilancio e la minoranza sostenava che non si potesse adottare quella delibera (del 23 aprile), io da una parte avrei avuto  entrate da 6,5 milioni e dall’altro un costo che sarebbe stato  stato di 9,5 milioni. Avremmo trovato così uno squilibrio di 3 milioni, ovvero il dissesto come si può facilmente documentare. In quanto alla delibera del 23 aprile 2015, il Testo Unico dice che, non avendo approvato il bilancio ed essendo ancora in 12mi, si sarebbe potuto avere la copertura nel 12mo dell’anno precedente. In caso contrario, come sostiene sempre il testo unico, nell’aex. Art. 191, andava portato immediatamente in consiglio e avere la copertura per spese indifferibili e che necessitavano per una tenuta legata all’igiene in città. Nel corso del consiglio comunale di agosto 2015, il consigliere Adduce mi rispose che non era stata portata in consiglio perché era sciolto.
Non possiamo accettare lezioni – ha proseguito – da chi, nell’ambito dell’amministrazione Adduce, non ha adottato i Peg. La contrattazione degli obiettivi con i dirigenti? Mai fatta se non  a fine anno. A questo è seguita la mancata adozione del piano delle performance.  Elementi vitali che sono il sale con cui i dirigenti devono essere attivati a dare le loro motivazioni. Ciò che dico, trova conferma in un documento in cui alcuni dirigenti chiedono all’amministrazione indennità di risultato 2010-2015. Nel corso dell’intera precedente amministrazione, questi aspetti non sono stati rispettati. Purtroppo nel 2015, in cui i costi stimati erano di 11,1 milioni di euro, l’unico risparmio è venuto negli ultimi mesi dell’anno, con l’uso del tritovagliatore. Siamo riusciti ad avere economie che sono state ribaltate sulla spesa dell’anno successivo. Nell’esercizio 2016, quando la stima è arrivata a 9,5 milioni c’erano dati tecnici che ci  consentivano l’impostazione che dipendeva dall’uso del tritovagliatore. C’è stata anche una grossa pressione psicologica sull’ing. Montemurro perché la comunità incombeva su questo aspetto. Lo sforzo dell’amministrazione è stato quello di far sì che non si andassero a implementare ulteriori esborsi per i cittadini, contenendo la spesa  in 1,437 mila   che aveva costituito ad agosto del 2016 una delibera di restituzione. I servizi, comunque,  sono stati tutti assicurati nel bilancio preventivo, anzi molti sono stati implementati come la linea Sassi o il trasporti ai disabili”.
In conclusione il sindaco ha aggiunto in chiusura dell’incontro: “L’ordinanza del Consiglio di Stato che crea la sospensiva, blocca completamente l’esecutività della sentenza del Tar che aveva dichiarato illegittime quelle tariffe. Tutti i conteggi, dunque, rimangono congelati fino al 31 dicembre 2017, fornendo al Comune una linea di credito che si è trovato in una situazione di difficoltè di cui non era responsabile.
Infine con riferimento agli zelanti, disinvolti e  disinformati personaggi che assumono le vesti di ispettori generali sull’incarico all’ing. Montemurro. Danno erariale, Corte dei Conti? Chi insegue la Corte dei Conti, deve fare i conti con me. Io sono intenzionato a denunciarli: è finito il tempo di tollerare queste aggressioni infondante e cattive.
Dice l’art. 219 della legge di Stabilità: “I posti dirigenziali di prima e seconda fascia dell’amministrazione pubblica vacanti alla data del 15 ottobre 2015, tenuto conto del numero di dirigenti in servizio…, cessano di diritto. Sono fatti salvi i casi per i quali alla data del 15 ottobre 2015 sia stato avviato il procedimento per il conferimento dell’incarico”. Nel nostro caso, dunque, il posto il 15 ottobre 2015 non era vacante. Possiamo pensare, poi, che nel caso dell’ing. Montemurro sia applicabile la deroga prevista dalla norma che dice che “sono fatti salvi gli incarichi per i quali alla data del 15 ottobre sia stato avviao il procedimento per il conferimento dell’incarico”? La Funzione pubblica ha previsto che in merito agli incarichi conferiti ai sensi della legge 110, la conferenza unificata stato-città in data 14 aprile 2016 recependo il parere della Funzione Pubblica ha stabilito che l’atto di programmazione di copertura degli incarichi direzionali, si può configurare come avvio del procedimento di conferimento. Questo è il parere della Funzione pubblica. Il Comune di Matera, in data ben precedente al 15 ottobre 2015 con delibera di giunta comunale n.327 dell’11 settembre 2015 ha approvato il fabbisogno del personale per il 2015, prevedendo già la copertura del posto di dirigente del settore Manutenzione urbana. Chiedo a chi si avventura in questi scritti perversi di avere la prudenza di chiedere prima al sindaco”.

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