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Cavallino, cinque indagati nel call center

Prenderà il via il 21 settembre prossimo, davanti al Giudice della seconda sezione penale, il processo a carico di 5 persone, accusate di violenza provata aggravata. L’udienza servirà a verificare la fondatezza dell’impianto accusatorio basato sugli accertamenti svolti dopo il trattamento non certo di rilievo riservato ad una decina di dipendenti nella sede di Cavallino (LE) di un call center di Catania.
Sotto processo sono finiti Anna Elisa Greco, 40 anni, residente a Soleto, responsabile del call-center, ed i dipendenti Maria Angela Piccinni, 35 anni, di Presicce; Maria Concetta Accogli, 35 anni, di Scorrano; Marco De Vitis, 31 anni, e Vincenzo Mancini, 36 anni, entrambi di Lizzanello. Difesi dagli avvocati Francesco De Jaco, Gianfranco Gemma e Maria Assunta De Vitis, dovranno difendersi dalle accuse di aver mantenuto una condotta fin troppo inflessibile ed esasperante con dieci dipendenti assunti con contratto ‘Co.co.pro.’ (collaborazione a progetto), provenienti da Vernole, Merine, Squinzano, Novoli, Martano, Lecce, Lequile e Squinzano.
Il capo di imputazione parla di ritmo produttivo esasperante, continue minacce di licenziamento, insulti e commenti denigratori. A questi dipendenti sarebbe stato anche impedito di usare il telefono cellulare, di andare in bagno o di prendersi una pausa durante il turno di lavoro quando l’uso eccessivo del computer avrebbe scatenato dei malori. Circostanze, queste, riportate in parte negli esposti presentati dai dipendenti con gli avvocati Salvatore De Mitri, Benedetto Scippa ed Ilenia Antonaci, che attendono ora l’udienza del 21 settembre per depositare la costituzione di parte civile.
L’avvocato difensore De Jaco, però, ha messo le mani avanti: “Sono sicuro che le accuse si dimostreranno infondate. E quanto preventivamente lamentato dalle cosiddette parti lese verrà smontato dai fatti. Così come l’azienda è assolutamente estranea alla vicenda perché non ha mai posto in essere i comportamenti contestati dalla Procura. Ci premuneremo, infine, di agire contro ogni iniziativa che leda l’immagine dell’azienda”.

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