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Celebrati 90 anni dall’entrata nella Diocesi di Tricarico del venerabile Monsignor Raffaello Delle Nocche

Novant’anni fa, l’8 settembre del 1922, monsignor Raffaello delle Nocche, proveniente da Marano, un paese in provincia di Napoli, fece il suo ingresso a Tricarico per prendere possesso della sua Diocesi. Da allora, un legame indissolubile legò il Vescovo alla sua Diocesi, dove fondò l’ordine monastico delle “Discepole di Gesù Eucaristico” che ha la sua Casa madre nel convento di Sant’Antonio da Padova a Tricarico. Proprio nella chiesa del convento, venerdì sera 7 settembre, è stata concelebrata una messa solenne presieduta dall’Arcivescovo della Diocesi di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo monsignor Agostino Superbo, con la presenza di tutti i Vescovi della Basilicata, dei sacerdoti della Diocesi di Tricarico e di moltissime suore dell’ordine fondato da monsignor delle Nocche. “Che tutta la Conferenza episcopale di Basilicata sia qui a celebrare in occasione del novantesimo anniversario dell’ingresso in Diocesi di monsignor delle Nocche – ha detto monsignor Vincenzo Orofino, attuale Vescovo della diocesi di Tricarico, in apertura della concelebrazione – è un evento particolarmente significativo dal punto di vista ecclesiale e pastorale: i Vescovi di Basilicata vogliono rendere lode al signore per il dono della vita di monsignor delle Nocche e vogliono dire grazie al Santo Padre, Benedetto XVI, per averlo proclamato venerabile”. Poi, ha spiegato ai fedeli presenti in chiesa, che l’evento di venerdì sera è stato un evento di grazia e il primo di tanti che, durante l’anno, la Diocesi celebrerà per fare adeguata memoria di tutta la testimonianza di monsignor delle Nocche, in occasione della proclamazione dell’eroicità delle sue virtù, avvenuta il 10 maggio scorso con il decreto di venerabilità. Durante l’omelia, monsignor Agostino Superbo ha ricordato che la permanenza di monsignor Raffaello delle Nocche in terra lucana per 38 anni basta a dire che non ha avuto ambizioni di nessun genere, soprattutto se si considera la condizione sociale, economica ed ecclesiale ai suoi tempi. “È un servo del Signore – ha proseguito monsignor Superbo – a servizio di tutti. È un servo, però, a cui sono state affidate delle responsabilità: amministrare i misteri di Dio. Il rigore con cui ha interpretato il suo ministero, il timore di Dio, lo spirito con cui ha tenuto in mano i misteri del Signore lo hanno reso estremamente docile ma anche intransigente di fronte al Vangelo”.

Vito Sacco

 

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