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Circa 1600 i profughi presenti in Basilicata

Con gli ultimi arrivi sono circa 1600 i profughi, compresi settanta minori non accompagnati, presenti in Basilicata, dei quali due terzi in provincia di Potenza, il resto nel Materano. Lo rende noto Pietro Simonetti, organo di coordinamento politiche migranti della Regione Basilicata. “Oltre quattrocento appartengono al sistema Sprar. Intanto si allunga l’elenco delle famiglie e privati che intendono ospitare i richiedenti asilo. Molte decine di proposte sono state inviate alle prefetture e alle altre istituzioni. Pervengono anche candidature da parte di strutture private per piccoli centri di accoglienza. Da parte sua la Chiesa lucana sta provvedendo a censire le disponibilità delle 262 parrocchie. Da contatti avuti in mattinata con il dipartimento nazionale immigrazione, anche in relazione alla prossima sottoscrizione della intesa per l’accoglienza diffusa e il lavoro volontario utile, in programma dopo il vertice europeo del 14 settembre, abbiamo appreso che è in preparazione la circolare ministeriale per regolare l’ospitalità delle famiglie e delle parrocchie.
Intanto per quanto concerne l’accoglienza dei migranti braccianti impegnati nell’area del pomodoro sono circa trecento i migranti ospitati nei centri di Palazzo e Venosa e in case e strutture non abusive a fronte di 680 assunti regolarmente presso il centro per l’impiego da parte di 102 imprese. La prossima settimana saranno affrontate in Prefettura le questioni legate alle baracche abusive di boreano, mattinelle e la castellana in relazione al ruolo dei caporali che impediscono la saturazione dei centri di accoglienza e la conseguente grave situazione igienico sanitaria.
Lunedi saranno resi noti i dati relativi alle attività di contrasto al caporalato ed al lavoro nero in tutta la regione da parte dell’ispettorato del lavoro e delle forze dell’ordine e delle asp. Si tratta di esiti molto importanti ottenuti con forte spiegamento di forze e di strumenti centrata anche sull’itermediazione illegale di forza lavoro che riguarda anche lo sfruttamento di gruppi di richiedenti asilo”.

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