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Comitato di Sorveglianza POR FESR-FSE 2014-2020. Piemontese annuncia per fine 2019 una spesa pugliese europea di circa 2 miliardi di euro

“Il Programma Operativo ha certificato a dicembre scorso 1 miliardo e 300 milioni di euro che si avvicineranno a 2 miliardi di euro a fine 2019”. È la sintesi della spesa europea gestita dalla Regione Puglia che l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione unitaria, Raffaele Piemontese, ha illustrato aprendo, stamattina, la riunione del Comitato di Sorveglianza del POR FESR-FSE 2014-2020 della Regione Puglia. “Dalla fine del 2015 a oggi – ha proseguito Piemontese – sono stati selezionati progetti per circa 5 miliardi e 300 milioni di euro su un totale di 7 miliardi e 100 milioni, che hanno consentito di conseguire risultati di tutto rispetto”. Tra questi, l’intervento introduttivo dell’assessore ha centrato l’attenzione sulle 5.500 imprese che hanno già ricevuto un sostegno agli investimenti in tecnologie e ricerca, il milione e 58 mila abitanti che beneficiano di più qualificati servizi di fognatura e depurazione, il milione e 489 mila cittadini direttamente interessati da una nuova e più qualificata offerta di servizi sanitari distrettuali, i 14 mila e 63 disoccupati coinvolti in attività formative, le 13 mila e 659 persone indigenti che hanno usufruito del Reddito di Dignità e delle relative politiche attive, i 71 mila e 492 studenti pugliesi che hanno svolto percorsi “ad hoc” per rafforzare le competenze di base e completare il ciclo obbligatorio di studi, gli 11 mila e 922 studenti pugliesi che beneficiano del sostegno al diritto allo studio per svolgere e completare il percorso universitario di studi. Piemontese ha prospettato anche il quadro generale in cui si inserisce la riunione del Comitato di Sorveglianza di stamattina a Bari. “In vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno prossimi – ha ricordato l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione unitaria –, è appena di ieri l’esortazione da parte della Commissione europea ai leader degli Stati membri ad accelerare il ritmo dei negoziati sul prossimo bilancio a lungo termine dell’Unione europea per il periodo 2021-2027, in modo da raggiungere un accordo entro l’autunno. Il Parlamento europeo è stato appena rinnovato con le elezioni che si sono celebrate dal 23 al 26 maggio scorsi. Le previsioni di un’ondata anti-europeista sono state scongiurate, ma tutti i segmenti dell’opinione pubblica europea e le culture politiche che le interpretano e rappresentano sono diffusamente convinti che debba radicalmente essere innovata la relazione tra l’apparato politico-istituzionale dell’Unione e i cittadini”. “Un elemento ‘politico’ – ha osservato Piemontese – che, per quanto attiene al piano di lavoro che ci impegna oggi, si riflette in una chiamata a una particolare responsabilità non solo a rendere efficienti i processi di spesa, ma anche a rafforzarne l’efficacia rendendo leggibile ed evidente la qualità della spesa che generiamo con le nostre decisioni, soprattutto prestando particolare attenzione a che questa efficacia sia concretamente percepita dai nostri giovani, dalle imprese, dai cittadini”. “Ci sono alcuni segnali positivi che vanno nella direzione della semplificazione e dello sfoltimento delle regole attuative, l’auspicio è che si proceda in maniera sempre più concreta”, ha sottolineato l’assessore, aggiungendo l’augurio “che lo spazio finanziario entro il quale collocare i programmi tenga conto del rapporto realistico fra gli obiettivi da raggiungere e i mezzi, le risorse necessarie da impiegare”. “Questo infatti – ha detto Piemontese – è un aspetto che ci preoccupa fortemente: l’ammontare complessivo delle risorse a favore della coesione penalizza il Fondo sociale europeo che, con risorse inferiori all’attuale ciclo, deve occuparsi di nuovi e maggiori obiettivi. Per non parlare poi della consistente riduzione delle risorse a favore della politica agricola e della cooperazione territoriale”. “Ci preoccupa fortemente anche la dotazione a favore delle regioni più in ritardo di sviluppo grazie alle quali l’Italia nel suo complesso, è bene non dimenticarlo, riesce a conservare una dotazione finanziaria sostanzialmente allineata a quella attuale”, ha ricordato Piemontese. “Senza le politiche di coesione avremmo oggi un Mezzogiorno irrecuperabilmente ai margini dell’Italia e dell’Europa – ha rimarcato l’assessore –. Ma per fortuna oggi il Mezzogiorno si trova in una situazione tutt’altro che marginalizzata. In questo contesto il nuovo Accordo di Partenariato dell’Italia deve saper fare tesoro della ricchezza di esperienze positive che la Puglia, così come le altre regioni del Sud, hanno saputo realizzare nel tempo, sia pure in un quadro generale dove non mancano difficoltà e debolezze”. “Le prospettive future del Paese intero si giocano sulla capacità di guardare alle risorse comunitarie come risorse addizionali a sostegno dello sviluppo e della riduzione dei divari interni di crescita”, ha sottolineato Piemontese, concludendo con il monito a non “dividere il treno Italia in scomparti ad alta velocità e scomparti locali a scartamento ridotto: non penso che l’Europa possa permettersi una frattura così dilaniante proprio nel cuore del suo apparato politico, civile e amministrativo”.

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