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Comune di Foggia sciolto per infiltrazioni mafiose, la nota del presidio cittadino di Libera

“Un quadro inquietante della realtà amministrativa dell’Ente, che attesta uno sviamento del munus pubblico in favore degli interessi della criminalità organizzata”. E’ quanto emerge dopo la decisione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, circa lo scioglimento del Comune di Foggia a in seguito alle dimissioni dell’ex sindaco Franco Landella. D’ora in poi sarà la commissione straordinaria composta dall’attuale commissario prefettizio Marilisa Magno, dal viceprefetto Rachele Grandolfo e dal dirigente Sebastiano Giangrande, ad occuparsi delle sorti del comune dauno per almeno i prossimi 12 mesi. Il decreto di scioglimento conserva infatti i suoi effetti per un periodo da dodici mesi a diciotto mesi prorogabili fino ad un massimo di ventiquattro mesi in casi eccezionali. Tra gli episodi contestati ci sarebbero frequentazioni, parentele e legami affettivi da parte di alcuni consiglieri comunali con esponenti locali della criminalità organizzata. Al centro delle presunte pressioni e infiltrazioni mafiose ci sarebbero appalti legati al sistema di videosorveglianza, l’assegnazione di case popolari ad affiliati ai clan e l’assenza di certificati antimafia per alcune imprese che hanno gestito servizi pubblici.
“Quello di Foggia è il secondo comune capoluogo di provincia sciolto per mafia nella storia della Repubblica, e il quinto nella provincia di Foggia, nel giro di pochi anni, dopo Monte Sant’Angelo, Mattinata, Manfredonia e Cerignola. Consapevoli della drammaticità della notizia, crediamo che questo possa e debba essere un punto di svolta per l’intera collettività”, è la nota di Libera Foggia.

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