AttualitàPuglia

Comunicato del Sindaco di Bari e presidente dell’Anci: “L’emergenza sanitaria è anche emergenza sociale”

In questi giorni di quarantena risuona spesso la frase “siamo tutti sulla stessa barca”, quasi a significare che l’emergenza cui siamo sottoposti ci espone tutti e tutte nella stessa maniera allo stesso pericolo.

Purtroppo non è così, non siamo tutte e tutti sulla stessa barca, non siamo tutti e tutte esposte nella stessa misura. C’è chi sta perdendo il lavoro o la sua piccola attività e non potrà più accedere al proprio reddito, c’è chi è costretta in casa con un compagno violento, c’è chi è nei CPR (Centri permanenza temporanea) nei CAS (Centri di accoglienza speciale) o in altri centri collettivi  dove non è possibile  assicurare le misure di prevenzione del contagio  e  le minime norme sanitarie difficilmente sono garantite, c’è chi vive negli insediamenti informali, chi è costretto per strada.

In questi, come in altri casi, il motto #iorestoacasa suona quasi provocatoriamente ironico, beffardo. Solo oggi ci stupiamo dell’emergenza abitativa in cui vertono molt@ abitanti della città di Bari, così come ovunque. Purtroppo dovevamo aspettare un’emergenza sanitaria globale per accorgerci e stupirci della coabitazione di 7 persone in 60 mq in uno dei tanti quartieri di periferia della città di Bari. Una forte denuncia, ripresa anche dai media locali, del presidente nazionale del Sindacato dei medici di base (Smi), il quale sottolinea: “Situazioni come questa, purtroppo, non sono isolate”.

Proprio perché i bisogni materiali delle persone non sono una novità determinata dalla pandemia internazionale, già più di un anno fa richiedevamo di avviare un censimento di tutti gli immobili in disuso di proprietà pubblica sul territorio comunale affinché si potesse ulteriormente garantire il diritto alla residenza, il diritto all’abitare e favorire il diritto all’uguaglianza formale e sostanziale.

Tra gennaio 2019 e febbraio 2020 abbiamo scritto due Lettere aperte indirizzate al sindaco di Bari ed agli assessori competenti in materia di ripartizione anagrafica, patrimonio e welfare per sollecitare interventi diretti a garantire a tutti il diritto alla residenza, all’iscrizione anagrafica, quindi ai servizi e alla concreta affermazione del diritto ad abitare in condizioni dignitose. Lettere che al momento non hanno ricevuto nessuna risposta su nessuna delle questioni sollevate, nonostante il Tribunale di Bari si sia pronunciato su una di queste. 

Pensiamo che in questo momento le istituzioni devono andare oltre l’intervento solidale, indispensabile in condizioni di emergenza, impegnandosi in un piano che garantisca subito, a tutte le persone presenti sul nostro territorio, a qualsiasi titolo, un luogo dignitoso e sicuro in cui vivere e l’accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi pubblici di base. Tutto ciò oggi diventa ancora più impellente. E’ urgente garantire i diritti fondamentali e le tutele minime affinché quella precaria barca sulla quale (non) tutti stiamo navigando in mare aperto, non naufraghi del tutto. Prevenire è meglio che curare!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *