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Comunicato SEL Pisticci sulla questione Valbasento

Da molti anni i cittadini della Val Basento segnalano agli organi competenti aria maleodorante proveniente di volta in volta da fonti sempre diverse. Ogni volta l’intervento delle autorità preposte come l’ASL, l’Arpab, il Consorzio Industriale ha registrato l’inesistenza del problema denunciato dai cittadini (per fortuna qualche giudice non è come loro!). Anche questa volta, seppure la puzza sia stata denunciata dal sindaco di Pisticci, a parte il rumore mediatico, la vicenda si è conclusa come le altre volte. L’Arpab è intervenuta è ha registrato l’assenza di cattivi odori. E, così, il presidente Savino, ha potuto, come ha fatto, intervenire a difesa di Tecnoparco e addebitare la puzza ai molteplici scarichi industriali delle rete di aziende presenti in Val Basento (anche grazie al fatto che il sindaco Di Trani non ha provveduto a far intervenire immediatamente le autorità competenti ovvero a far svolgere le indagini necessarie). Il presidente Savino, però, non può negare che la legge prescrive la copertura delle vasche di raccolta e decantazione qualora vengano trattati reflui maleodoranti e neppure può negare che, nell’area controllata dal Consorzio Industriale, la rete dei piezometri, da cui dovrebbe essere prelevata l’acqua per monitorare lo stato di salute della falda, non è completa. Non è certo la provenienza del refluo a modificare l’intensità della puzza, caro segretario del PDL di Pisticci e Marconia. Refluo regionale o refluo extraregionale, il problema è che chi lo lavora deve essere attrezzato secondo le leggi. Lo sa il segretario del PDL che i reflui provenienti da Viggiano (PZ) contengono H2S e composti organici maleodoranti? Il sindaco Di Trani, invece di fare annunci e proclami, lavori affinché, con le aziende del territorio, con le associazioni ambientali, con i lavoratori e con il Consorzio Industriale, in primis, si istituisca un tavolo di lavoro per ricercare sistemi di protezione ambientali, per stabilire investimenti per ammodernamento e per attuare compensazioni per il territorio quali, ad esempio, interventi infrastrutturali, adeguamenti paesaggistici, benefit per i residenti, ecc. (giusto come dice il sindacalista, Maurizio Girasole). E non vengano a dire che non ci sono soldi. Il Consorzio Industriale, che incassa molto dalla Tecnoparco, ne sperpera tanti, sia per compensi ai propri dirigenti sia per pagare affitti inutili. Tanto per chiarire: le attività preponderanti del Consorzio Industriale sono la pianificazione e la progettazione. Perché devono essere svolte a Matera, in locali di affitto, e non nei locali di proprietà a Macchia di Ferrandina o in quelli della Tecnoparco? Non sono, anche questi tipi di uffici, importanti per il nostro comune, signor Sindaco? La responsabilità della gestione della Val Basento è proprio del Consorzio Industriale. Ad esso spettano gli investimenti per ammodernamento (le vasche, per esempio). Dal Consorzio Industriale dobbiamo pretendere comportamenti virtuosi, diversi da quello dei tanti imprenditori che nella nostra valle sono venuti solo a mungere e a portare i soldi altrove. Ecco l’importanza di un tavolo istituzionale. Si potrebbe riuscire a non dissipare il patrimonio che rappresenta la Val Basento a migliorare i processi produttivi delle aziende ed i servizi offerti da Tecnoparco, ad assicurare una corretta gestione della valle e, magari, ad introdurre modalità diverse per le assunzioni che, escludano le raccomandazioni e, le rendano più trasparenti per esempio con bandi di evidenza pubblica e con graduatorie appropriate. Stiamo indicando una strada che mira a coniugare davvero i diritti costituzionali alla salute, all’ambiente e al lavoro sul nostro territorio. In tutti questi anni, molti siti industriali non sono stati salvati per una doppia miopia: quella delle aziende che non hanno saputo intravedere nella sostenibilità uno dei volani sui quali costruire il proprio futuro imprenditoriale e quello di alcuni gruppi (politici, sindacali e associativi) che hanno trasformato giuste istanze in sterile demagogia per coprire, molto spesso, interessi particolari. E di esempi di cattivi imprenditori da un lato e di interventi per interessi particolari dall’altro, qui a Pisticci, ne abbiamo visti tanti e sono noti a tutti. Per queste ragioni, nella Val Basento, un progetto organico capace di coniugare sviluppo sostenibile, tutela-cura dell’ambiente, lavoro e progresso, non è venuto ancora fuori in modo esplicito. Certo la bonifica dei siti inquinati dell’area industriale della Val Basento, definita e finanziata con fondi CIPE è un vero passo avanti perché, siamo convinti, è una delle condizioni indispensabili per lo sviluppo industriale della Val Basento. Ma la decisione del CIPE non basta!! Occorre una programmazione rapida ed efficace e la messa a cantiere immediata delle azioni previste per l’intervento che ammonta a 42 milioni di euro. E qui dobbiamo stare attenti perché, in Basilicata, una buona parte del ceto dirigente, più che interessarsi a risistemare il territorio, guarda alle consulenze ed è impegnato ad arricchire il proprio portafoglio clienti. C’è bisogno di un progetto che impegni e vincoli tutti i soggetti che agiscono in Val Basento, dagli enti locali alle aziende pubbliche e private, dai partiti ai sindacati alle associazioni ambientali, dagli organi di controllo ai cittadini. Certo anche i cittadini che, a nostro parere, devono poter dire la propria e avvalersi del diritto di conoscere quanto viene svolto nel territorio. L’assessore all’Ambiente Vilma Mazzocco ha promesso un approccio “integrato”, staremo a vedere quanto e come!!!

Sinistra Ecologia Libertà di Pisticci e Marconia

 

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