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Concerto di Marco Fusi con i Freeman Etudes

Mercoledì 5 settembre 2012, alle ore 22.00, ultimo appuntamento per la rassegna musicale del MUSMA Dal segno al suono. Dal suono al segno, dedicata, nella sua III edizione, al compositore americano John Cage, in occasione del centenario della nascita. L’iniziativa estiva del MUSMA si conclude il giorno della nascita dell’artista (Los Angeles, 5 settembre 1912 – New York, 12 agosto 1992), con il concerto di Marco Fusi che eseguirà una selezione dei Freeman Études, complicatissimi studi per solo violino di John Cage, e alcuni brani di giovani compositori italiani, come Lorenzo Pagliei, Francesco Pavan e Filippo Perocco, in prima esecuzione assoluta. Alle 18.00 il violinista milanese condurrà un workshop gratuito per illustrare il repertorio della serata.

La presenza al MUSMA di Marco Fusi, l’unico musicista italiano che abbia registrato l’intero ciclo dei Freeman Études, raccolto di recente in due prestigiose pubblicazioni dall’etichetta discografica Stradivarius, è la perfetta conclusione di una rassegna che, nell’estate materana del 2012, ha inteso ricordare la figura di John Cage mediante l’intervento di artisti di alto livello e con un apparato di iniziative volte a proporre un quadro completo dell’opera del compositore statunitense. Il ciclo di studi, il cui titolo rende omaggio alla committente del lavoro, la mecenate, collezionista e fotografa Betty Freeman (1921-2010), è articolato in 32 sezioni, 4 libri da 8 studi ciascuno, che rivelano il forte interesse di Cage per l’organizzazione di piccole forme all’interno di un respiro più ampio e simmetrico. Gli studi iniziano a prendere consistenza tra il 1977 e il 1980, a seguito della esplicita richiesta del violinista Paul Zukofsky, intenzionato a cimentarsi con brani caratterizzati da una notazione il più possibile “rigorosa”. Ciò che conduce Cage a spingere il parametro “precisione” sino ai limiti estremi del pensabile è l’atteggiamento quasi maniacale che caratterizza ciascuna nota con una quantità di regole tali da definirne ogni singolo aspetto. Abbandonati per l’estrema complessità interpretativa, gli studi vennero ripresi e completati nel 1990, in un secondo conclusivo quaderno, grazie all’interesse del violinista Irvine Arditti e con l’aiuto dello studioso ed esperto “cageano” James Pritchett.

Nei Freeman Etudes, Cage dà forma a un’infinità di oggetti sonori e di silenzi. Dall’esplorazione del violino, le cui potenzialità vengono forzate in una miriade di pose timbrico-strumentali, emergono suoni estremi nel registro acuto, grattati con massima pressione dell’arco sulla corda, pizzicati, percossi (e dunque percussivi). Sebbene la partitura di questi studi sia redatta secondo il tradizionale sistema di altezze, la componente temporale non si trova espressa nei consueti valori ritmici, ma in unità approssimative di tre secondi ciascuna, entro cui si assestano combinazioni figurali, singoli suoni e, naturalmente, gli usuali arresti acustici (i proverbiali “silenzi di Cage”), adoperati dall’autore per caratterizzare l’impianto percettivo degli Études: “Concedo sempre più posto ai silenzi. Il che può significare che smetto di essere il compositore: i silenzi parlano per me, essi mostrano benissimo che io non sono più presente”.

Come in molti altri brani del compositore, la scrittura degli Études nasce dalle trasposizioni su pentagramma di mappe astronomiche e de “I Ching” (o “Libro dei Mutamenti”), in linea con la volontà di ricorrere al fattore Caso per determinare alcuni parametri compositivi di un brano (il lancio di monete, la mappatura della volta stellare, l’incrinatura del foglio di carta), e di lasciare completamente all’esecutore la responsabilità circa altri aspetti del brano (la durata complessiva, le altezze, l’effettiva esecuzione di alcune parti della composizione). Anche nei Freeman Études, l’uso di questi principi mira a ridurre l’intervento dell’individualità dell’autore, come più volte ribadito dallo stesso Cage: l’entità sonora è libera di essere, e di manifestarsi, nell’arco temporale della sua esistenza, nella sua unicità.

Il fattore “Caso” nel contesto della strategia compositiva dei Freeman Études, combinato, quasi paradossalmente, a una notazione rigorosamente determinata, rendono questi studi estremamente complessi e di difficile esecuzione, tanto da incarnare, nelle intenzioni del musicista americano, “la praticabilità dell’impossibile”: concetto che finisce per riguardare sia il grado di controllo strumentale dell’esecutore sia il senso di smarrimento che questi studi posso suscitare in chi li ascolta.

A conclusione della III edizione della rassegna musicale del MUSMA, il concerto del 5 settembre si pone dunque a coronamento di un’audace proposta musicale nella città dei Sassi, che si apre inoltre al presente con l’esecuzione di brani inediti di giovani compositori italiani con i quali il violinista Marco Fusi si cimenterà per la prima volta negli ipogei del Museo: Moto perpetuo n. 3 di Lorenzo Pagliei (n. 1972), Isle n.5 di Francesco Pavan (n. 1975), Quattro piccoli studi per violino con risonatore di Filippo Perocco (n. 1972). Il costo del biglietto è di € 6.00, comprensivo della degustazione offerta dall’azienda Conserve Alimentari Stranges e da L’Arturo Enogastronomia. Non è necessaria la prenotazione. La rassegna è patrocinata dal Comune e della Provincia di Matera, dalla Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici della Basillicata, dal Conservatorio E.R. Duni di Matera, dal comitato Matera 2019, dalla etichetta discografica Stradivarius e da Rai Radio 3.

Tra i partner e gli sponsor tecnici: Ego 55 Emozioni Visive, Lab sonic recording studio, Palazzo Gattini Luxury Hotel, Samsara centro yoga, www.SassiLive.it. La programmazione degli eventi della rassegna sarà consultabile anche tramite smartphone e tablet all’indirizzo http://johncage.ego55.com sulla versione mobile sviluppata dall’agenzia di comunicazione, pubblicità e web EGO55 che ha curato anche l’intero progetto grafico della manifestazione.

 

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