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Confapi Matera presente alla relazione sull’andamento dell’economia in Basilicata

Ieri i vertici di Confapi Matera hanno partecipato, presso la Camera di Commercio, alla presentazione dell’andamento congiunturale dell’economia della Basilicata nei primi nove mesi del 2017.
Intervenuto nel dibattito che è seguito alla relazione della Banca d’Italia, il direttore dell’Associazione Franco Stella ha confermato che nel corso dell’anno c’è stata una lieve crescita che, tuttavia, non ha interessato tutti i comparti dell’economia. L’edilizia, infatti, e il settore delle costruzioni in generale, non ha ancora superato la crisi degli ultimi anni e ha accusato, soprattutto in Basilicata, il calo degli investimenti in opere pubbliche, sopravvivendo grazie a interventi manutentivi pubblici e privati che però non bastano a garantire una vera ripresa. Buone notizie – ha evidenziato Stella – giungono dalla Regione, che ha messo in campo circa 200 milioni di euro con la pubblicazione di una serie di avvisi pubblici che concedono agevolazioni alle imprese che investono in Basilicata. Dalle nuove attività, al turismo, dall’efficientamento energetico a Industria 4.0, agli incentivi per l’acquisto di macchinari e impianti collegati all’occupazione nei PIA, queste risorse sono potenzialmente in grado di ridare fiato all’economia, duramente provata da anni di difficoltà.
“Le imprese che crescono – ha commentato il direttore di Confapi Matera – sono quelle che vendono all’estero e quelle che ricorrono all’innovazione, come dimostra il recente successo ottenuto alla fiera Ecomondo di Rimini dalle aziende materane operanti nel settore ambientale e della green economy”. “Per assecondare i piccoli segnali di ripresa, dunque, occorre un maggiore sostegno del sistema bancario che, migliorata la qualità del credito e ridottesi le sofferenze, adesso dovrebbe sorreggere maggiormente le piccole e medie imprese lucane, le uniche in grado di garantire occupazione. La crescita dei prestiti alle imprese dovrebbe tenere conto della presenza in Basilicata dei colossi del settore energetico, che tirano le statistiche verso l’alto senza tuttavia che ci sia rispondenza con la realtà imprenditoriale locale”.
“Resta il fatto – conclude Stella – che nonostante gli sforzi congiunti di tutti gli attori, il Sud si muove molto più lentamente rispetto al Nord, accentuandosi ancora le differenze tra le due aree del Paese”

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