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Continua la protesta degli autotrasportatori dell’indotto Ilva

Sono ancora in presidio con loro i tir, davanti al varco C dell’Ilva di Taranto, gli autotrasportatori dell’indotto Ilva, che non percepiscono le spettanze da 7 mesi, e pretendono garanzie dall’azienda in amministrazione straordinaria e dal governo. Quella che si sta per concludere è la terza settimana di protesta. Già da ieri è stato ridotto a 20 il numero dei mezzi a cui viene consentito il passaggio dalla portineria imprese per il trasporto delle materie prime. Se non arriveranno risposte certe, i camionisti non escludono il blocco totale dei rifornimenti. Difficilmente, però, gli autotrasportatori potranno ottenere garanzie prima di venerdì prossimo, quando è previsto un nuovo vertice a palazzo Chigi. E poi bisognerà attendere l’approvazione degli emendamenti che riguardano l’indotto e la conversione in legge del decreto. “Noi non daremo tregua allo Stato italiano – sottolinea Giacinto Fallone, uno dei portavoce della protesta – fino a quando non riceveremo i nostri denari, prodotti da servizi di autotrasporto ineccepibile. Abbiamo ricevuto vagonate di promesse vuote, ma ora necessitano fatti che si chiamano bonifici”

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