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Contratto metalmeccanici, la dichiarazione di Bentivogli

Si è conclusa la trattativa per il rinnovo del Ccnl dei lavoratori metalmeccanici tra la delegazione di Federmeccanica e Assistal e le Organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm. È stata una vertenza durissima, durata 13 mesi, 20 ore di sciopero, oltre a manifestazioni, presidi e centinaia di assemblee nelle fabbriche.
Oltre 1,6 milioni i lavoratori interessati. Era il contratto più difficile della storia, tra crisi economica, licenziamenti e deflazione, in un contesto produttivo con 300mila posti di lavoro persi, ma i metalmeccanici hanno saputo scrivere una nuova storia.
Proprio il contesto, profondamente mutato non solo dalla crisi ma anche dalla quarta rivoluzione industriale – Industry 4.0, richiedeva un cambiamento che era prima di tutto culturale e trasformativo delle future relazioni industriali.
Quello che è stato sottoscritto oggi è un contratto fortemente impegnativo e innovativo, centrato su elementi nuovi o rinnovati che muteranno profondamente ruolo, partecipazione, competenze e riconoscimento della professionalità dei lavoratori nelle aziende. Il diritto soggettivo più importante per tutti i metalmeccanici, dopo quello su salute e sicurezza, diventa quello della formazione a partire – ad esempio – da una campagna di recupero del gap di competenze digitali, assieme ad un rinnovato ed aggiornato diritto allo studio.
Viene inoltre, finalmente, riconosciuto anche nel nostro Paese, come in gran parte d’Europa, il valore della partecipazione dei lavoratori e del sindacato nelle scelte strategiche aziendali, istituendo il Comitato consultivo di partecipazione in tutte le grandi aziende, e diffondendo la contrattazione di secondo livello per aumentare la produttività e valorizzare il contributo dei lavoratori. Un intervento importante anche su salute e sicurezza, dando un ruolo più forte agli RLS.
Il welfare integrativo assume un peso, anche economico, molto importante e si affianca al salario, sul quale abbiamo convinto Federmeccanica a superare il decalage percentuale proposto e a riconoscere la rivalutazione sulla base dell’Ipca.
Complessivamente il beneficio economico per ciascun lavoratore sarà di 92,68 euro al mese (85 euro tra salario diretto derivante dall’inflazione, e salario indiretto: sanità integrativa (12 euro), welfare (19,69 euro) e previdenza complementare (7,69 euro) + 7,69 euro di formazione.
Fortemente potenziate anche Metàsalute, l’assistenza sanitaria integrativa (156 euro totalmente a carico delle aziende e riconosciuto a tutti i lavoratori metalmeccanici e ai loro familiari a carico, anche ai conviventi) e Cometa, la previdenza integrativa, che vede aumentare il contributo a carico dell’azienda dall’1,6% al 2% per incentivare e valorizzare uno strumento fondamentale per le pensioni del futuro, soprattutto per i giovani.
Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto che ha una valenza storica e innovativa veramente straordinaria. Ringrazio tutte le delegate e i delegati, le lavoratrici e i lavoratori che non ci hanno mai fatto mancare il loro sostegno e la loro fiducia durante questi mesi così difficili.
I metalmeccanici italiani hanno saputo scrivere una pagina importante della nuova storia di un settore così strategico per l’economia del nostro Paese quale è quello metalmeccanico, e siamo convinti che la portata di queste trasformazioni andrà anche oltre.
Lo abbiamo saputo fare insieme, superando divisioni e pregiudizi che ci hanno tenuto lontani in tutti questi anni. Quando ci sono le idee, il coraggio e la capacità di fare le cose insieme i risultati si vedono e i metalmeccanici tornano ad essere protagonisti delle relazioni industriali italiane.
Dai metalmeccanici un buon esempio per la storia presente e futura del nostro Paese. Non solo ricostruiamo l’unità ma lo facciamo guardando avanti, al futuro!

Marco Bentivogli – Segretario generale della Fim Cisl

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