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CSAIL, i prodotti alimentari lucani risorsa superiore al petrolio

“Ci voleva la puntata da Spinoso del programma ‘Linea Verde orizzonti’ per riscoprire che i prodotti tipici alimentari della Val d’Agri, come l’ambiente rurale, il patrimonio culturale e paesaggistico, sono una risorsa di gran lunga superiore al petrolio”. E’ quanto sostiene Filippo Massaro, presidente del Csail-Comitato Promotore Indignati Lucani.

“La vetrina offerta dalla Rai, come l’attenzione riservata da Sky con la Trasmissione ‘Piccola Grande Italia’, l’appuntamento televisivo settimanale sulla piattaforma Sky con le tradizioni, l’arte, la cultura e l’artigianato dei Piccoli Grandi Comuni ricchi di storia, fascino e natura per gli splendidi paesaggi interni – continua Massaro – hanno riacceso un’attenzione mediatica che dovrebbe attrarre visitatori e consumatori. Vorrei cogliere questa occasione per evidenziare come i pozzi di petrolio e l’attività del Centro Oli di Viggiano sono un pericoloso fallimento per la nostra agricoltura di qualità. Ci sono aziende che si ostinano a produzioni biologiche, anche se distano poche centinaia di metri in linea d’aria dal Centro Oli, che ha danneggiato prodizioni pregiate in quella che una volta si chiamava contrada ‘Le Vigne di Viggiano’. E il Centro Eni continua a rappresentare un serio ostacolo ad ogni sforzo di commercializzazione. Anzi – aggiunge Massaro – dobbiamo dire: meno male che gran parte dei consumatori non sa da dove provengono i prodotti della Val d’Agri altrimenti avrebbero serie prevenzioni negli acquisti”.

“Ma – aggiunge il presidente del Csail – che fine ha fatto il Paniere dei Prodotti Tipici della Val Agri, con tanto di marchio pagato dall’ex Comunità Montana Alto Agri e dalla Regione con l’obiettivo di creare uno strumento di tutela dei consumatori e di salvaguardia degli agricoltori? E i bandi dei PIF (Progetti Integrati di Filiera) tanto sbandierati dall’Assessore Agricoltura Mazzocco come la risoluzione di ogni problema della Val d’Agri che fine hanno fatto? Alcuni prodotti continuano ad utilizzare nelle confezioni quel marchio che per i risultati assai modesti che ha dato non corrisponde alle spese sostenute. E’ il solito e vergognoso sperpero di danaro pubblico commesso dal perpetratore Governo Regionale . Del paniere fanno parte oltre alle mele, il Canestrato di Moliterno, i Fagioli di Sarconi, l’Olio extravergine di Montemurro, il Vino delle Terre dell’Alta Val d’Agri e poi ancora i Salumi, e i prodotti lattiero caseari tipici e di cosiddetta nicchia di mercato.

Sarebbe ora – conclude Massaro – che la Regione attraverso il P.O. Val d’Agri investisse di più in questo settore e in quello del turismo, oltre che attraverso l’atteso Osservatorio Ambientale di Marsiconuovo adeguare la tutela delle produzioni agricole dall’aggressione delle società petrolifere. Si possono creare più posti di lavoro in agricoltura, attività di trasformazione dei prodotti, commercializzazione, agriturismo ed ospitalità rurale rispetto al comparto del grande “bluff” del petrolio”. Il Csail promuoverà in proposito la campagna “consuma più prodotti alimentari della Val d’Agri e meno petrolio di Viggiano”.

 

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