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CSAIL, i ritardi della Saurina sono ormai cronici

Per la Saurina – nata “ufficialmente” come idea progettuale nel lontano 2 settembre 1970 – dopo il finanziamento del CIPE di 85 milioni di euro, per quattro interventi che ne faranno una strada-spezzatino, con il risultato di guadagnare appena una quindicina di minuti nel raggiungere dai centri del Sauro-Agri il capoluogo, dovremo attendere almeno altri sei anni. Questo significa, conoscendo i tempi di realizzazione dei cantieri (ben quattro) ed in generale dell’attuazione dei progetti, che gli amministratori regionali potranno tagliare il nastro in occasione del 50esimo anniversario del progetto.

Un pò di storia per rinfrescare la memoria di quanti in questi giorni sbandierano il finanziamento Cipe come “risultato brillante di buon governo” e di “mantenimento di un impegno” che si perde nella notte dei tempi. La vicenda risale al 2 settembre 1970, quando l’Ente Irrigazione di Puglia e Basilicata, appaltato il primo tratto che collega la superstrada dell’Agri, in località Caprarico del Comune di Tursi, con Corleto Perticara, presentò un progetto per il finanziamento relativo alla continuazione dell’arteria. Un obiettivo di vitale importanza per l’intera zona del Sauro: unire, attraverso la ramificazione stradale, oltre 30 comuni dell’entroterra lucano alla Basentana. L’unica soluzione ad un secolare isolamento che, di fatto, rappresenta ancora oggi un “freno” allo sviluppo socio-economico della vasta area.

Da quel 2 settembre trascorsero dieci anni, ma il progetto della strada restava chiusa in un cassetto. Nessuno ne parlava, salvo, poi, a diventare “bandiera” di questo o quello schieramento politico in occasione di competizioni elettorali. Le solite promesse da…… marinaio, carpire l’ingenuità degli elettori per rapinare voti. E’ stato, per molti anni, un cinico e vergognoso saccheggio.

Dalla delusione nasceva il “Comitato di agitazione Pro-Saurina” che Filippo Massaro ha coordinato per anni, sino alla trasformazione nell’attuale Csail. Non un partito, ma ugualmente votato dai residenti nei comuni interessati alla Saurina, durante le elezioni amministrative e politiche degli anni ottanta. Una preferenza di protesta. Tantissime schede annullate. Migliaia. Tanto che il comitato, pur non essendo presente tra le liste in lizza, poteva vantare una quota-voti altissima da far invidia a qualsiasi schieramento politico e da eleggere almeno tre consiglieri provinciali.

La contestazione riuscì a dare uno scossone agli organi istituzionali competenti. Fu un grande clamore e venne commentato dalle televisioni e testate giornalistiche nazionali. Infatti, nel 1987, Massaro venne convocato a Roma dal ministro Colombo, e in seguito ricevette un telegramma nel quale il direttore generale dell’Anas di Roma, ing. Soreca, assicurava il finanziamento totale e che l’appalto-concorso per il completamento della Saurina era sul punto di essere bandito ed erano pronti 55 miliardi di lire per l’opera.

Un concorso di imprese associate si aggiudicò l’appalto per un importo complessivo di 36 miliardi di lire da realizzarsi nel giro di 26 mesi dalla data di consegna della strada. I lavori iniziarono con enormi difficoltà di natura tecnica ed economica: il tracciato era progettualmente sbagliato poichè situato su terreni franosi e la galleria di km. 6 era impossibile e assai dispendiosa realizzarla. Di qui il conseguente lievitare dei costi, sperpero di miliardi per opere inghiottite dalle frane e l’abbandono dei lavori stessi.

Il resto lo ha fatto Tangentopoli con l’inchiesta dell’attuale on. Antonio Di Pietro. Tutto bloccato. Niente fondi, cantieri chiusi, espropri di terreni non pagati ai proprietari, operai disoccupati.

Poi lunghi anni di braccio di ferro tra il governatore De Filippo e l’Anas solo allo scopo di “tentare” la realizzazione della Saurina sul medesimo impossibile e difficile tracciato. Per questi tentativi sono stati riservati a tecnici e progettisti dodici miliardi di lire per una progettazione risultata inutile, fino al più recente atto (2009-2010) degno di una “sceneggiata napoletana”: l’ennesimo taglio del nastro di una strada nel Sauro, questa volta riferito ad un più semplice viadotto di collegamento tra la galleria Intagliata e la strada di Fondovalle Fiumarella di Armento, quale ennesimo esempio di “strada spezzatino” che non ha nulla a che fare con la Saurina, che negli anni venne considerata il “giallo” del secolo e la vergogna della politica.

Un’ultima considerazione: il tempo ci ha dato ragione. Per anni abbiamo sfidato De Filippo a dimostrare che i 200milioni di euro di royalties del petrolio accantonati per la Saurina, secondo quanto ripeteva nei suoi giri elettorali, ci fossero realmente e non fossero stati dirottati, come temevamo e puntualmente è accaduto, per altri interventi e progetti pubblici. Prendiamo atto che se non fosse per il provvedimento Cipe dei giorni scorsi non sarebbe possibile costruire nemmeno uno dei 23 km previsti dagli ennesimi progetti esecutivi. Ma alla fine della storia sarà possibile avere un quadro finanziario totale e definitivo di quanto speso e compreso le progettazioni “fasulle”? Sulla base dei nostri calcoli si sono superati abbondantemente i 60 miliardi di lire. C’è di certo materia di lavoro per la Corte dei Conti.

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