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Database Gruppo Gedi: le contestazioni di Sapar Puglia

Il Gruppo Gedi e Dataninja hanno presentato nei scorsi giorni un database che raccoglie tutti i dati sul gioco in Italia. Le associazioni di categoria, quali As.Tro e Sapar, hanno sollevato alcune contestazioni in merito chiedendo al Gruppo Gedi maggiore completezza di informazione sui dati dell’inchiesta e sul database. Nello specifico Astro ha chiesto “di fornire dati completi sugli apparecchi, non solo quelli sulle giocate ma anche quelli sulle vincite“. Gli fa eco Sapar, che ha invitato il Gruppo Gedi a “integrare la piattaforma con i dati corrispondenti alla realtà e non solo le informazioni incomplete e fuorvianti, facilmente passibili di interpretazioni soggettive“.

Dopo la presa di posizione dell’associazione “centrale”, definita come un’operazione strumentale per distruggere la filiera, anche la delegazione pugliese della Sapar si è unita al coro di proteste sottolineando che “i dati forniti dalla società Gedi portano a conclusioni del tutto errate e quindi ad un’onda emozionale non adeguata alla realtà dei fatti. Fornire agli utenti il dato unico delle giocate senza considerare il corretto bilanciamento delle vincite può fare la differenza nel rapporto online del Gruppo Gedi sui soldi che gli italiani spendono nel gioco tra videolottery e Awp”.
Secondo l’associazione i dati forniti da Gedi riportano in maniera incompleta quanto pubblicato dal “Libro Blu 2016” dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In base ai dati in esso riportati la spesa reale delle famiglie in gioco legale ha sfiorato i 20 miliardi di euro. Per quanto riguarda la spesa relativa alla regione Puglia nell’anno 2016 per tutti i giochi terrestri, e quindi non solo Videolottery ed Awp, ma anche Lotto, Superenalotto, Gratta e Vinci e Scommesse, è stata pari a 1.089.000.000 euro (valore dato dalla differenza tra il totale giocato di 4.398.000.000 euro e il totale vinto di 3.309.000.000 euro). Dividendo tale importo per la popolazione pugliese e per i giorni dell’anno, si ottiene una spesa pro-capite giornaliera di 73 centesimi di euro.

In questo modo si tende unicamente a demonizzare un settore che annovera migliaia di lavoratori onesti. Per legge le vincite sono per le videolottery intorno all’88% e per le Awp garantite almeno al 70% rispetto alle giocate. Non è difficile dunque desumere che la somma pro-capite realmente spesa dal singolo utente è la differenza tra il giocato e le vincite. I dati pubblicati dalla piattaforma Gedi invece non sono oggettivi perché tengono conto solo del giocato e non delle vincite, e quindi frutto di una manipolazione poiché riportati a senso unico, con l’esclusivo scopo di sollevare inutili polveroni“, ha scritto in una nota il presidente della delegazione regionale Sapar, Domenico Distante.
Quali possono essere le ragioni che inducono a una scorretta informazione? A chi serve identificare il gioco legale come ludopatia? Perché snocciolare statistiche su utenti di Videolottery e Awp in cura ai Sert? Utenti che rappresentano, tra l’altro, una percentuale risibile di altre patologie da dipendenza. Cresce il sospetto che qualcuno voglia accaparrarsi i fondi destinati dal Ministero della Salute per il contrasto al gioco patologico. Al contempo limitare l’offerta di gioco legale si traduce inevitabilmente nel proliferare di apparecchi illegali! Temiamo purtroppo che l’ombra delle mafie voglia allungarsi sul gioco legale“, ha concluso il presidente.

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