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Delegati nazionali Conf.Iva a Tricarico domenica 19 luglio

Il tempo è maturo perché lavoratori autonomi, partite iva, micro imprese e liberi professionisti facciano squadra, rappresentando un’unica voce sui temi economici del paese nel confronto con lo Stato. Pur rappresentando un asset fondamentale per la fiscalità generale e l’occupazione nei comuni, il lavoro autonomo, quello delle micro imprese, degli artigiani, degli agricoltori, dei commercianti e di chi s’inventa un lavoro legale pur di sopravvivere dignitosamente senza pesare sui costi della comunità, sembra essere un problema da combattere piuttosto che una risorsa da tutelare e sostenere.

A nulla sono valse le migliaia di chiusure e le tantissime proteste che quotidianamente si registrano tra i possessori di partita ive. Lo Stato continua a non ascoltare la nostra voce. Un grido disperato di chi vive quotidianamente la propria attività come un incubo e non più come un sogno da realizzare, ipotecando un futuro che non sarà mai roseo come i sacrifici di una vita meriterebbero. E non per colpa delle restrizioni nel periodo del Covid.

Siamo consapevoli che il grido delle piccole e medie imprese, dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi è sovrastato da quella delle grandi lobby e dei grossi gruppi industriali. Voci più forti che oscurano quelle dei più deboli di chi non riesce più a farsi ascoltare e che ha perso la speranza che le Istituzioni possano farlo. Per questo abbiamo ritenuto necessario fondare un’Associazione datoriale, libera e plurale che riunisca tutti i settori dell’economia in un’unica sigla, Agricoltura, Artigianato, Commercio e Servizi. Tutti accomunati dalle stesse condizioni di insostenibilità, accumulatesi nel tempo sia per la scarsa rappresentanza che le partite iva hanno avuto nel confronto con i decisori, sia per effetto di una incomprensibile cecità da parte di chi dovrebbe osservare l’intero quadro economico, a 360 gradi, ed invece, negli anni, ha preferito concentrarsi esclusivamente su una parte di esso. Forse quella parte dell’economia che apparentemente sembra più redditizia, ma sicuramente è meno capillare di quello rappresentato dalle Partite Iva.

Non sfuggirà, infatti, che sono proprio le piccole e medie imprese, le botteghe artigiane, i negozi, i piccoli agricoltori e chi è a contatto quotidianamente con i cittadini, che continua a garantire la vita nei paesi e nelle città. Non possiamo più essere considerati invisibili quando lo Stato deve riconoscere i diritti e, viceversa, protagonisti quando, invece, deve riscuotere estorcendo, con ogni mezzo, somme per tenere in piedi una macchina burocratica costosissima e comunque inefficiente. O, almeno, non all’altezza dei costi che noi piccoli contribuenti siamo costretti ad affrontare se vogliamo continuare a lavorare. Le Partite Iva hanno un compito ben più importante di quello che nell’immaginario collettivo è rappresentato. Una visione distorta di un mondo, quello delle partite iva, basato esclusivamente sui soli interessi economici; non è così. Lasciare che chiudano le ultime botteghe artigiane, i piccoli negozi, le agenzie di servizio e quanti lavorano autonomamente, senza provare fino all’ultimo sforzo di raddrizzare una situazione complessivamente disastrosa, non è solo in un problema che riguarda le partite iva, ma lo è anche per la collettività che dovrà fare i conti con un maggiore spopolamento e un’economia dei luoghi sempre più debole.

Domenica 19 luglio alle ore 10:00, presso l’Auditorium Comunale di Tricarico, insieme a tutte le partite, le associazioni datoriali e sindacali della Basilicata, analizzeremo il contesto economico regionale, formulando un programma di pochi significativi punti da consegnare ufficialmente al Governo Conte e al presidente Bardi. Un combinato disposto articolato su pochi fondamentali punti: la tutela dei diritti delle partite iva, la crescita economica del paese e una reale lotta all’evasione che colpisce per primo le attività legalmente riconosciute.

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