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Difesa civica, la Fiordelisi illustra le attività del 2017

Si rafforza la consapevolezza dei cittadini in materia di difesa civica. L’ombudsman viene sempre più vissuto come garante autonomo e imparziale, disponibile all’ascolto per esplorare soluzioni condivise con la pubblica amministrazione. Una percezione avvertita anche dai cittadini lucani come dimostrano i dati relativi al l’anno 2017, la difesa civica regionale ha, difatti, registrato un sensibile incremento (+16,3 per cento) rispetto ai dati già significativi del 2016 (+11,2 per cento) e del 2015 (+ 49 per cento). Dati resi noti dal Difensore civico della Regione Basilicata, Antonia Fiordelisi, durante il consueto appuntamento annuale con gli organi di informazione, al quale erano presenti anche la presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, Angela Blasi e il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero. Presenza che per il Difensore Fiordelisi si traduce nella volontà di rendere partecipi gli altri attori dell’Ente Regione di un percorso teso a rendere sempre più concreta la metafora della “casa di vetro”, coniata da Filippo Turati nel 1908, “Dove un superiore, pubblico interesse non imponga un momentaneo segreto, la casa dell’amministrazione dovrebbe essere di vetro”, citazione che introduce la relazione sulle attività svolte nel 2017 in Basilicata.
Una relazione che si spoglia dei panni del consuntivo ragionieristico, per porre l’accento su specifici obiettivi individuati e annualmente rinnovati e diventando traccia di un percorso aperto a possibili suggerimenti. “Mi piace sottolineare – ha detto Fiordelisi – che i cittadini lucani conoscono il Difensore civico e si rivolgono sempre più, con piena fiducia e senza alcun timore riverenziale, talvolta esistente nei confronti degli organi giurisdizionali. Molto fa il passaparola e lo spazio dato dagli organi di informazione alla materia, ultimo in ordine di tempo la finestra dedicata dalla Tgr Basilicata. I cittadini si sentono accolti e soprattutto ascoltati, aspetto quest’ultimo importantissimo e poi sono consapevoli della tempistica spedita con la quale vengono trattati i casi”. “Il 2017 – ha precisato ancora Fiordelisi – ha rappresentato un anno significativo per la Difesa civica italiana, risultato di due importanti novità legislative che hanno determinato un processo di valorizzazione dell’istituto, quale rimedio alternativo al contenzioso dinnanzi ai Tribunali. Percorso iniziato con l’entrata in vigore del decreto legislativo n. 97 che ha introdotto l’ “accesso civico generalizzato”, il cosiddetto F.O.I.A. italiano (Freedom of Information Act) incentrato sul modello statunitense che ha attribuito a “chiunque” il “diritto di conoscere”.Nonostante l’introduzione di tale strumento di civiltà giuridica, molte volte si assiste alla resistenza di enti pubblici che ancora frappongono formalità alla libertà di informazione e all’attività di controllo sulla ‘casa pubblica’ Tra i diversi casi manifestatisi quello di alcuni consiglieri provinciali e comunali di minoranza ostacolati nelle richieste di accesso alla documentazione, accesso che dovrebbe essere garantito perché connaturato alla loro funzione di verifica e di controllo dei comportamenti degli organi dell’ente”.
Mille e più le facce delle competenze del Difensore Civico e, tra queste, quelle in materia sanitaria. “Durante il 2017 – ha ancora detto Fiordelisi – ci siamo occupati di una controversia che ha visto contrapposta l’Asl di Potenza alla famiglia di un quarantenne affetto da sindrome di Down, a cui l’Aias aveva revocato il programma di riabilitazione presso l’Aias per “raggiunti limiti di età”. Nonostante le diverse sentenze della Corte costituzionale da noi richiamate e che andavano a favore del cittadino, l’Amministrazione non ha inteso riammettere il paziente alle prestazioni riabilitative richieste. Il Tribunale di Potenza cui si sono rivolti i ricorrenti per ottenere giustizia ha, poi, deciso favorevolmente il caso. Questa vicenda – come le tante altre trattate – mostrano la necessità che al Difensore civico vengano attribuite non solo funzioni di moral suasion ma anche poteri più incisivi
sulle scelte della pubblica amministrazioni.
Il presidente del Consiglio regionale, Vito Santarsiero, dopo aver ringraziato la Fiordelisi per il prezioso lavoro svolto, “a testimonianza di ciò la qualità e quantità di lavoro messo in atto e le numerose attestazioni di stima dei cittadini ricevute”, ha fatto riferimento agli adempimenti che spettano alla Regione Basilicata in fatto di adeguamento della legge regionale alle nuova normativa nazionale e, in particolare la necessità di recepire le indicazioni della legge Gelli del 2017 che individua proprio nel Difensore Civico la figura di garante del diritto alla salute dei cittadini.
“Tanti e importanti i passi compiuti nel campo della difesa civica – ha detto Santarsiero – ma tanto ancora bisogna fare. Non tutte le Regioni italiane hanno il proprio Difensore civico, non vi è ancora un Difensore civico nazionale. Dobbiamo aprire una nuova stagione nel nostro Paese della difesa civica considerato che in altri paesi europei la figura è garantita dalla Costituzione, da noi la storia dei Difensori civici è una storia tutta regionalista. Abbiamo bisogno di una storia nazionale, abbiamo bisogno che il Difensore civico possa avere funzioni sostitutive, per certi versi coercitive e non soltanto dissuasive. Porterò questa esigenza al tavolo della Conferenza nazionale dei Presidenti e delle Assisi regionali, affinché si solleciti il Parlamento e il Governo a far sì che con nuove norme questa figura possa avere un salto di qualità e garantire meglio i cittadini”.

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