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Direzione Partito Democratico, la dichiarazione di Michele Emiliano sulla relazione finale del segretario Renzi

Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al termine della Direzione nazionale del PD dichiara: “Ho votato no alla relazione del segretario Matteo Renzi perché le sue argomentazioni sul referendum e sull’emendamento Tempa Rossa ricalcano pedissequamente quelle delle aziende petrolifere e non tengono invece conto degli interessi dei cittadini e dei territori. In particolare non è riuscito a dare alcuna giustificazione dello scippo che l’emendamento Guidi ha determinato in danno della Puglia autorizzando l’oleodotto Tempa Rossa senza consentire alla Regione di trattare con i petrolieri le compensazioni ambientali per la città di Taranto e, dunque, consentendo a questi ultimi di risparmiare decine di milioni di euro.
Sul Referendum dicono a me di studiare senza sapere che l’ho fatto, e anche molto accuratamente, diversamente da loro: se dovesse vincere il SI al Referendum, tornerebbe in vigore la Legge 9/1991, che non ha mai messo a rischio i posti di lavoro o il pieno sfruttamento del giacimento, come vogliono far credere approfittando della complessità delle norme.
De Vincenti dice che non può tornare la vecchia norma, perché abrogata. Non è vero, perché l’emendamento oggetto di Referendum non è abrogativo della precedente normativa, in quanto costituisce solo una deroga alla disciplina ordinaria di cui alla legge 9/1991. L’emendamento ha natura di legge-provvedimento che, in deroga alla normativa di cui alla legge del ’91, proroga “sine die” la durata delle concessioni già rilasciate. Eliminato l’emendamento con il Referendum ritornerebbe la piena applicabilità della legge del 91.
Sono a disposizione dell’economista De Vincenti e ovviamente del segretario Matteo Renzi per spiegare loro come funziona l’ordinamento giuridico italiano. Piuttosto, entrambi, evitano accuratamente di dire che con la loro Legge di stabilità un altro regalo è stato fatto ai petrolieri: concessioni highlander per le piattaforme, senza termine, eliminando i controlli pubblici per ottenere le proroghe. Senza peraltro che vi sia alcuna esigenza strategica. Il tutto in contrasto con la normativa europea e la direttiva offshore. La campagna per il Si continua, in difesa del nostro mare, del nostro turismo, della nostra salute. E soprattutto per ripristinare l’interesse di tutti contro i vantaggi economici per pochi”.

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