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Domani a San Severino Lucano il primo concerto del Festival ‘Strozzi’

Entra nel vivo a San Severino Lucano la decima edizione del FESTIVAL “GREGORIO STROZZI”. Domani (venerdì 7 settembre) alle ore 21,30, nella Chiesa Madre il primo dei due concerti in programma. I professori SERGIO BALESTRACCI con flauto e traversa,ALESSANDRO CICCOLINI, al violino, GIOACHINO DE PADOVA, a viola da gamba e PATRIZIA VARONE al clavicembalo, allieteranno il pubblico con i brani “Triosonata BWV 1038 in sol maggiore per traversa, violino e basso continuo” (largo, vivace, adagio, presto) di JOHANN SEBASTIAN BACH; “Sonata K215 in mi maggiore per clavicembalo”di DOMENICO SCARLATTI , “Triosonata HWV 386 in si minore per traversa, violino e basso continuo” (largo, allegro ma non troppo, andante, allegro) di GEORG FRIEDRICH HAENDEL , “Sonata op. I numero 2 in la minore per violino e basso continuo” (preludio, allemanda,siciliana, grave, aria) di FRANCESCO MARIA VERACINI, Sonata II op. 6 per flauto e basso continuo (grave-adagio, larghetto, largo, allegro) di TOMASO ALBINONI e “Triosonata BWV 529 in fa maggiore per flauto, violino e basso continuo” (allegro, largo, allegro) di JOHANN SEBASTIAN BACH. Il Festival ha tra gli obiettivi la promozione della musica classica, quella tanto amata da Gregorio Strozzi, il musicista a cui San Severino Lucano ha dato i natali nel 1615. A Napoli, dove si era trasferito, perfezionò gli studi musicali con G.M. Sabino e prese gli ordini sacri.

Nel 1634 ottenne nella chiesa dell’Annunziata il posto di organista lasciato vacante dal Sabino per la nuova nomina a maestro di cappella. Noto pure come didatta di canto, appare designato coi titoli di abate, doctor in utroque jure e protonotario apostolico. L’opera di maggiore interesse nell’ambito della produzione di Strozzi è “Capricci da sonare cembali et organi”, concepita nella tradizione della cosiddetta scuola “cembalo-organistica” napoletana. Stampata in partitura comprende 3 capricci veri e propri, 3 ricercate, 3 sonate, 4 toccate, 3 gagliardi, 1 madrigale diminuito, 8 correnti, 2 balletti, 1 ballo e 3 serie di var., vale a dire quasi tutti i generi di musica per tastiera del tempo. Accanto alla sua appartenenza alla scuola napoletana, sono presenti in Strozzi altri aspetti diversi: un gusto spiccato per cromatismi, arditezze armoniche e dissonanze che convive con un senso della scrittura dotta e severa; una certa inclinazione per l’originalità che si denota nell’impiego di figurazioni e abbellimenti insoliti ed estrose relazioni armoniche.

Si può cogliere un nesso fra quest’opera e quella dei suoi predecessori quali Frescobaldi e Trabaci, individuabile, ad es. nei capricci (concepiti come susseguirsi di var. contrappuntistiche, secondo la forma Frescobaldiana), nelle ricerche che, con più temi trattati contemporaneamente, riportano a Trabaci. All’es. unito di entrambi si possono ricondurre le toccate, mentre le 3 sonate rivelano più spiccatamente l’influenza di Frescobaldi, appartenendo al genere della canzona – variazione con passaggi da una sezione all’altra in stile recitativo e toccatistico.

Queste affinità con opere antecedenti giustificano molte perplessità che nascono dalla considerazione della tardiva data di pubblicazione (1687) e rendono inclini a considerare questi lavori composti nella prima metà del secolo e pubblicati con sensibile ritardo. Interessante è, infine, la dicitura “Passa Y calla” (in spagnolo, “passa e taci”) posta all’inizio della Toccata de Passacagli che conduce l’opera e che può essere presa in considerazione per la dibattuta spiegazione del significato della parola “passacaglia.”

 

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