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Ecoreati, il punto ad un anno dall’entrata in vigore della legge 68/2015

Fare squadra e lavorare in stretta collaborazione interistituzionale tra Magistratura, forze dell’ordine ad alta specializzazione, ARPA e CNR per gli aspetti di carattere scientifico, guidati dalla bussola del rigore metodologico e operativo. Perché la legge regionale sugli ecoreati, seppure perfettibile, si rivela strumento indispensabile non solo dal punto di vista repressivo ma soprattutto per il recupero ambientale. Lo conferma il bilancio stilato oggi, a poco meno di un anno dall’entrata in vigore della norma. Tra i relatori il direttore di ARPA Puglia Vito Bruno, il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati Francesco Paolo Sisto e il direttore del CNR – ISRA Vito Felice Uricchio.
Le luci sono nei numeri. In lieve ma incoraggiante flessione, infatti, sono le infrazioni accertate in Puglia, stando al report diffuso in luglio da Legambiente e illustrato dal presidente regionale Francesco Tarantini; in sensibile calo sono i sequestri di siti inquinati negli ultimi due anni, come confermano i dati della Regione.
“Come Regione da anni sosteniamo Guardia di Finanza, Noe dei Carabinieri, Corpo Forestale, CNR e ARPA con fondi specifici (circa 500mila euro nell’ultimo anno) stanziati con apposito protocollo d’Intesa per l’impiego di uomini e mezzi nel campo dell’accertamento dei reati ambientali sul territorio pugliese”, ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente Domenico Santorsola. Efficace la deterrenza attivata dalla nuova norma, che introduce cinque nuove fattispecie di reato, un “efficace arsenale sanzionatorio” la definisce il direttore del CNR – IRSA,   e potenzia la rete dei controlli.  “Accertare e contestare non basta”, avverte però  Santorsola. E qui sono le ombre. “Rimane il tema delle pene”, conclude l’assessore.
I problemi applicativi della legge 68 sono stati evidenziati dai rappresentanti della magistratura inquirente intervenuti all’incontro: il sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Lecce Ennio Cillo, il sostituto procuratore della DDA di Bari Renato Nitti e il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia Francesca Pirrelli. L’indeterminatezza delle nuove previsioni crea disorientamento, dubbi interpretativi e disomogeneità tra le varie Procure che, per questo, si sono dotate di specifici protocolli. Si è quindi convenuto sulla necessità di un approccio comune basato su un costante dialogo tra politica, magistratura e scienza e di un investimento di responsabilità che coinvolga non solo gli attori istituzionali ma anche i cittadini.

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