CronacaPuglia

Emergenza ‘Perrino’ di Brindisi, interviene il direttore amministrativo Stefano Rossi

ospedale Perrino_BrindisiIl lavoro che aspetta Stefano Rossi, direttore amministrativo dell’azienda sanitari locale di Brindisi, è tanto. Tra i numerosi faldoni che riempiono la sua scrivania, ce n’è uno, emblematico, con la scritta ‘Ascensori’. Chiaro riferimento alla questione dell’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi, forse la più grande emergenza che ha ‘colpito’ il nosocomio cittadino, e che da 2 mesi a questa parte, sta facendo letteralmente impazzire l’utenza e il personale della struttura.

Le parole di Rossi sono chiare: “Solo al Perrino. Non abbiamo altre situazioni simili in tutti gli altri ospedali dell’Asl: Ostuni, Fasano, Francavilla Fontana. Nessun impianto dà problemi simili, eppure anche questi edifici hanno la loro età”. Sul presunto sabotaggio, il direttore ha spiegato: “La circostanza che ha visto il contemporaneo guasto di tutte e dieci le colonne di ascensori nel fine settimana a cavallo del cambio di consegne tra le due ditte, quella cui scadeva l’appalto, la ‘Brindisi Elevatori’, e quella che subentrava, la ‘Manutencoop’, è un fatto che ci lascia perplessi. Se a questo aggiungiamo che i nostri tecnici, nel corso di queste difficili settimane, hanno riscontrato evidenti manomissioni in giro per le cabine, i sospetti che qualcosa non stia andando come dovrebbe aumentano. Giovedì scorso, la ‘Kone’, la ditta che si è assicurata il subappaltato della gestione del sistema dalla Manutencoop, ha denunciato il ritrovamento di nastro isolante su tutte le fotocellule delle cabine, così da renderle inservibili. Per questo ci siamo rivolti alla Procura della Repubblica. Ora, le carte sono state acquisite e, sicuramente, la Magistratura farà il suo lavoro. Noi abbiao solamente denunciato quello che è accaduto e lo abbiamo segnalato all’autorità giudiziaria”.

L’emergenza, però, continua. “Abbiamo disposto, come comunicato dalla direzione nei giorni scorsi, una ricognizione degli interventi necessari per ripristinare globalmente il servizio. – ha precisato Rossi – La ditta, finora, ci ha presentato un preventivo parziale di spesa che ammonta a circa 630mila euro. La somma, quasi sicuramente, aumenterà, poiché non è ancora stato completato lo screening di tutto l’impianto. Al momento, abbiamo reso esecutiva la riparazione dell’ascensore D3, quello che dal Pronto Soccorso porta direttamente al blocco operatorio del quinto piano. Per il resto degli interventi, bisogna avere la pazienza necessaria che si usa quando si ha a che fare con cifre così ingenti. Un altro motivo che suggerisce di andare con i piedi di piombo è che, se di dolo dovesse trattarsi, rischieremmo di trovarci punto e daccapo in brevissimo tempo, e con una grossa somma spesa senza aver risolto il problema”.

L’ascensore del quinto piano è quello ‘famoso’, quello che, lo scorso 7 gennaio, era fuori servizio, costringendo una donna a raggiungere la sala operatoria passando da una porta di servizio. La donna avrebbe dovuto partorire mediante cesareo, e l’inconveniente comportò la perdita del bimbo che aveva in grembo. A distanza di quasi un mese, le polemiche a riguardo non sono ancora sopite.

“Quel corridoio serve a ‘bypassare’ la terapia intensiva che non è attraversabile. – ha detto Rossi – Con la riparazione del D3, le cose dovrebbero migliorare, ma comunque, a brevissimo, sarà installata una pannellatura in cartongesso per chiudere il passaggio con le porte d’emergenza in entrata e uscita, in modo che, in caso di guasto del D2 e del D3, la sala operatoria sia raggiungibile in sicurezza anche dal D0 e dal D1, senza uscire fuori dall’edificio. L’intervento è già esecutivo e, salvo intoppi, in pochi giorni la struttura sarà ultimata”.

Le ‘gatte da pelare’ per la direzione dell’ospedale brindisino non riguardano solo gli ascensori: infiltrazioni di acqua nella risonanza magnetica, poche barelle, e anche sgangherate, porte automatiche inservibili. Un quadro non certo edificante.

 

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