CronacaPuglia

Estorsione a cantieri edili, 35 condanne emesse dal Tribunale di Bari

Il gup del Tribunale di Bari Alessandra Susca ha condannato 35 imputati a pene comprese fra i 20 anni e i 10 mesi di reclusione e ne ha assolti due al termine del processo nei confronti del clan Parisi e di alcuni imprenditori, su decine di episodi di estorsione ai cantieri edili, fatti – secondo l’accusa – imponendo guardianie e carichi di merci da fornitori amici.
Al boss del quartiere Japigia di Bari, Savinuccio Parisi, il giudice ha inflitto la pena di 10 anni di reclusione. La condanna più alta, a 20 anni di reclusione, è per il fratello del capo clan, Michele Parisi, detto “Gelatina”. Tra i 37 imputati c’erano anche due imprenditori, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, Francesco Latorre (condannato a 4 anni e 6 mesi) e Filippo Serino (assolto). Altri cinque imprenditori sono attualmente a processo con rito ordinario per gli stessi fatti. In quel processo è imputato anche il figlio cantante del boss, Tommy Parisi.
“Non può esistere una zona grigia nel mondo imprenditoriale. Chi non denuncia e non collabora ne paga le conseguenze perché la mafia si alimenta con il consenso dei cittadini – ha detto il procuratore aggiunto di Bari Francesco Giannella, parlando con i giornalisti, mentre lasciava l’aula bunker di Bitonto – In questo processo c’erano sia gli imprenditori che hanno denunciato e collaborato alla indagini e che si sono costituiti parte civile, sia coloro che da vittime sono diventati conniventi. La condanna per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di uno di questi imprenditori è un segnale forte, perché segna il confine tra chi denuncia e chi no. E chi non collabora ne paga le conseguenze”.

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