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Evitare disparità di trattamento tra i presidi ospedalieri della Basilicata

“Il Consiglio regionale oggi affronta, così come abbiamo sollecitato come gruppi consiliari di opposizione attraverso una mozione, la vicenda dell’U.O. Cardiochirurgia del San Carlo di Potenza. Vorremmo, però, che subito dopo si affrontassero con la stessa attenzione e lo stesso rigore i problemi dei presidi ospedalieri del territorio materano, tenuto conto che dalla ‘visita presidenziale’ di fine agosto ad oggi non è stata fatta in Consiglio alcuna comunicazione e le proposte di riorganizzazione a Policoro, Tricarico e Stigliano abbiamo dovuto apprenderle dai giornali”. E’ quanto afferma il consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Castelluccio.

“Anche in questa circostanza continuano a mancare le affermazioni dell’assessore Franconi – afferma Castelluccio – che, siamo certi, accompagnando nella visita il Presidente, si sarà pure fatta un’idea di cosa programmare nei tre ospedali della provincia di Matera, ma evidentemente preferisce tenersela per sé. Quanto all’annuncio di Pittella di accrescere i posti letto all’ospedale di Policoro (da 108 a 120), di attivare la sezione Sub-Intensiva Cardiologica attraverso l’implementazione di ulteriori 6 posti letto (da 4 a 10) da destinare alla terapia intensiva e sub intensiva (Utic), e di altri 6 per un’area specialistica integrata (2 all’Otorinolaringoiatra, 2 all’Urologia e 2 all’Oculistica) siamo in perfetto stile renziano: ovvero la politica degli annunci, senza però spiegarci quando e come. E’ soprattutto negativo il confronto con il personale dell’ospedale di Policoro che si è limitato alle strette di mano e qualche battuta e non può certamente considerarsi esaustivo il dialogo con l’Asm. A Stigliano, invece, si è annunciato un ‘preciso cronoprogramma’ che prevede di mettere in atto l’ospedale di comunità e il centro diurno per demenze e patologie croniche (scompenso cardiaco, diabete, Bpco) e a Tricarico, per rinfrescare la memoria, addirittura un ‘processo di coinvolgimento culturale’, coinvolgendo la Fondazione Don Gnocchi di Milano”.

 

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