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Ex Clinica Luccioni, la nota di Flovilla (FederAnisap)

“La vicenda dell’Istituto Clinico Lucano – già Clinica Luccioni – insegna che in questa regione va riaffermato il diritto dell’imprenditoria di poter fare impresa nella certezza di leggi e di atti amministrativi di riferimento, ai lavoratori di svolgere in piena serenità la proprio attività e ai controllori di assolvere alle funzioni di vigilanza che la legge assegna”. È quanto afferma il vice presidente nazionale FederAnisap Antonio Flovilla che aggiunge: “La prima condizione perché tutto ciò sia possibile è quella di sgombrare il campo dalla demagogia spicciola e dalla speculazione di cui ultimo e più recente esempio è rappresentato dalla mozione del Consigliere Romaniello, con la quale riesce a mettere insieme tutto il contrario di tutto, sapendo bene che le cose sulle quali intende impegnare il Governo Regionale sono tra loro contrastanti ed inconciliabili a legislazione vigente. Infatti proprio chi ha maturato una lunghissima esperienza di dirigente sindacale e ha responsabilità istituzionali (Consigliere Regionale e Presidente di Commissione) non può fingere di ignorare che l’ASP ha registrato una serie di irregolarità nell’erogazione dei servizi da parte di ICL per cui ha sospeso la convenzione. Ed è cinico tirare ogni volta in ballo i lavoratori, costretti in tale situazione a prestarsi ad ogni azione pur di difendere il posto di lavoro. Il prosieguo dell’attività della clinica, invece, può essere garantito perseguendo esclusivamente soluzioni realmente percorribili e con indicazioni serie e responsabili, prima fra tutte la proroga dell’autorizzazione a continuare ad erogare prestazioni e servizi nell’attuale sede, sapendo bene che sarà impossibile realizzare le previsioni della Legge Regionale LR 51/2015 e rispettare il termine assegnato del 28 Febbraio 2017.
Come riteniamo ingiusto mettere a repentaglio i posti di lavoro della Ex Clinica Luccioni così riteniamo non sia giusto la posizione “non assunta” rispetto agli oltre 600 posti di lavoro delle strutture private accreditate. Continuiamo a segnalare l’assenza di un disegno univoco sul ruolo da assegnare al comparto privato accreditato e lo spazio da riservare alla libera iniziativa, ponendo la parola fine ai troppi provvedimenti negativi che incidono notevolmente sulle strutture accreditate. Provvedimenti viziati da un presupposto assurdo, che vorrebbe correggere presunte situazioni di privilegio riguardanti strutture che, storicamente, hanno fornito servizi efficienti per conto del Servizio Sanitario Nazionale, e che hanno riscontrato la piena soddisfazione dell’utenza. Ci riferiamo al mancato adeguamento tariffario, alla situazione assurda ed anacronistica, di tetti imposti alle strutture accreditate senza alcuna negoziazione, alla mancata equiparazione giuridica tra le prestazioni erogate dal privato accreditato e quelle erogate dal pubblico, in ultimo ma non per ultimo, alla straripante autoreferenzialità del pubblico in uno all’assenza di un libero confronto sul territorio. La politica, le istituzioni, le forze sociali, hanno il dovere di ripiegarsi sul tema, approfondirlo e di trovare soluzioni adeguate, il più possibile condivise. Altrettanto bene farebbe il Governo Regionale ad assumersi qualche responsabilità con una decisione che risolva, in maniera definitiva, il problema”.

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