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Ex-Ilva, D’Alò (Fim Cisl): “La sentenza condanna un modo sbagliato di fare industria”

“La sentenza “ambiente svenduto”  di primo grado emessa oggi dalla Corte di Assise del tribunale di Taranto, individua precise responsabilità legate al disastro ambientale e alla dolosa mancanza di tutele sanitarie per i cittadini e per chi ha lavorato nel polo siderurgico della città.
Si tratta di una pagina negativa del modo di fare industria che ha contrastato non solo con il bene comune e gli interessi della collettività, ma addirittura con il rispetto delle norme sanitarie e di legge. Crediamo come sindacato che a maggior ragione oggi serva ricostruire nella trasparenza un patto nuovo tra azienda, lavoro e città, che abbia la priorità di rendere completamente sostenibili sul piano ambientale e sanitario le produzioni e finalizzi a tale obiettivo ogni investimento pubblico e privato.
A tal fine vediamo con forte preoccupazione la confisca degli impianti disposta dalla magistratura. Le colpe del passato non devono ricadere sul futuro di Acciaierie d’Italia e del lavoro del polo siderurgico. Come Fim Cisl lanciamo un ulteriore forte allarme: tenere tante “spade di Damocle” sulla testa del polo siderurgico non aiuta a risolvere i nodi critici da cui passa la necessità di produrre “acciaio verde” nel prossimo futuro, non ci arrendiamo al fatto che lavoro e ambiente possono coesistere e avere un futuro anche a Taranto.”
Dichiarazione del Segretario generale Fim Cisl Roberto Benaglia e del Segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò

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