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Fidas Basilicata dona due ventilatori polmonari volumetrici alla sanità lucana

Fidas Basilicata dona due ventilatori polmonari volumetrici alla Sanità Lucana in questo momento di emergenza sanitaria nazionale, con una iniziativa a sostegno della vita. “La decisione è stata unanime del direttivo regionale Fidas, con l’appoggio di tutte le sezioni locali che operano sul territorio in Basilicata“ ha spiegato il Presidente Fidas Pancrazio Toscano “e va nella direzione di continuare ad essere di ausilio concreto per la Sanità Lucana in questo momento di particolare necessità. Un ulteriore sforzo messo in campo che scaturisce dalla volontà delle sezioni di rallentare, per ora, la programmazione dei prossimi mesi per la promozione del dono del sangue e destinare i fondi per questa iniziativa. Ricorderemo i giorni del coronavirus per la immensa generosità dei nostri donatori e dei nuovi donatori che si sono aggiunti con giornate di raccolta da record per diverse sezioni. La diminuzione delle attività delle sale operatorie riduce, di fatto, le necessità di scorte di sangue. Il dato odierno registrato in Basilicata ci mette
in una condizione di tranquillità dal punto di vista dell’autosufficienza, con un leggero aumento anche in termini di eccedenze. Queste eccedenze vengono messe a disposizione delle altre Regioni in bacheca Sistra dalla dottoressa Clelia Musto, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale Responsabile del CRS Basilicata. Nei prossimi giorni programmeremo accuratamente, in accordo con i centri trasfusionali della Regione, il calendario delle raccolte, monitorando costantemente l’evolversi
delle richieste. Ora più che mai è necessaria una raccolta programmata e responsabile al fine di evitare esuberi e rispondere alle concrete necessità. Sono orgoglioso dell’impegno di questi giorni da parte di tutti gli operatori e collaboratori di Fidas Basilicata. Un ringraziamento speciale a tutti i donatori, ai volontari, ai dirigenti associativi per la grande disponibilità e serietà mostrata per rispettare i protocolli di sicurezza per sé e per gli altri, e per continuare ad essere di sostegno al sistema sanitario”.

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