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Fotovoltaico a Soleto, la Provincia di Lecce chiede risarcimento di 10 milioni di euro

Dieci milioni di euro. Ammonta a tanto la richiesta di risarcimento invocata dalla Provincia di Lecce nei confronti di cinque dei tredici imputati finiti alla sbarra nell’ambito dell’indagine sui presunti illeciti legati ai campi del fotovoltaico e dello smaltimento dei rifiuti a Soleto. Il gup Cinzia Vergine ha accolto la richiesta di costituirsi parte civile da parte dell’ente di Palazzo dei Celestini, assistito dall’avvocato Francesca Conte e di due associazioni: ‘Italia Nostra’, rappresentata dall’avvocato Carlo Barone, e ‘Ambiente e Vita’, difesa dall’avvocato Roberta Castrignanò. E’ stata, invece, dichiarata inammissibile la costituzione di parte civile del Comune di Soleto per un difetto formale, assistito dall’avvocato Friz Massa, sulla scorta di due eccezioni tecniche sostenute dagli avvocati Carlo Gervasi e Luigi Corvaglia.

L’udienza preliminare è stata aggiornata al 17 marzo, quando si discuterà sull’eventuale richiesta di rinvio a giudizio dei 13 imputati giudicati a Lecce, in quanto le posizioni di tre sono state stralciate per incompetenza territoriale, mentre quelle di altri due imputati erano state stralciate per prescrizione dallo stesso pubblico ministero Antonio Negro. Si tratta di Maria Teresa Merico, 72 anni, di Santa Cesarea Terme, legale rappresentante della ‘Calora’, e Giancarlo Rizzo, 46 anni, di Soleto, legale rappresentante della ‘Rizzo Strade’. Tutti gli altri, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode alle pubbliche forniture, falsità ideologica, truffa aggravata, corruzione, falsità materiale e abuso d’ufficio, rischiano di finire sotto processo.

L’inchiesta, condotta congiuntamente dalle Fiamme Gialle e dai Carabinieri della Compagnia di Maglie nel luglio scorso, svelò un corposo giro di smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, seppelliti sotto quattro parchi fotovoltaici ed una piazza del paese, realizzata contando sull’appoggio di funzionari comunali ritenuti dall’accusa corrotti e mettendo a segno una grossa frode con i finanziamenti pubblici.

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