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Franco Fiore tra i 28 sindaci firmatari dell’appello inviato a Conte per salvare i gioielli turistici d’Italia

E’ stato trasmesso al Presidente Conte, ai presidenti di Camera e Senato e ai capi gruppo di Camera e Senato l’appello PER SALVARE I GIOIELLI TURISTICI D’ITALIA, tra i firmatari Franco Fiore, sindaco di San Severino Lucano, insieme a 27 suoi colleghi a capo come lui di altrettanti gioielli
turistici d’Italia. A questi, poi, se ne sono aggiunti altri per un totale di 46 adesioni. Nella lettera i sindaci affermano “siamo consapevoli del momento di difficoltà che la Nazione sta attraversando e, come Sindaci, abbiamo fatto e stiamo tuttora facendo la nostra parte per fronteggiare la pandemia e
garantire, per quanto di nostra competenza, la ripresa economica e la tenuta sociale. Siamo piccoli e medi comuni italiani a fortissima vocazione turistica. Con le nostre eccellenze siamo volano per interi distretti turistici, vallate e comprensori, generando ricchezza e indotto anche oltre i nostri
confini comunali. Siamo spesso eccellenze nell’agroalimentare, denominazioni di punta nel comparto vitivinicolo italiano, straordinari custodi di tesori e capolavori che dalla Magna Grecia, passando per Etruschi, Romani e Medioevo, arrivano fino al Rinascimento e al contemporaneo.
Siamo, in alcuni casi, anche patrimonio mondiale dell’Umanità, inseriti nella lista stilata dall’Unesco, siamo ‘Città slow’, Città del vino e Città dell’olio, ‘Bandiere Arancioni’ per il TCI oppure ‘Bandiere Blu’ per la qualità della balneazione. Siamo comuni piccoli e turistici, che hanno creato nel tempo, attraverso la cura della propria terra, della propria campagna, del proprio paesaggio, del proprio mare e della propria montagna, oltre che della propria storia e dei propri borghi, piccole patrie della qualità e dell’accoglienza per un turismo più consapevole. Quel settore che in Italia valeva i 13% del Pil nazionale. Siamo una parte importante dell’Italia, in grado di generare ricchezza, presidio del territorio, innovazione e cultura a beneficio di tutto il Paese. Ma anche noi siamo in ginocchio. Le nostre entrate sono ai minimi, è a rischio la tenuta sociale ed economica dei nostri territori, tanto da minacciare gli stessi servizi essenziali. Sappiamo già che non troveremo nei nostri bilanci le risorse per far fronte alla riduzione delle entrate di parte corrente, che vanno dal 20% fino al 50% in alcuni casi”. Ai nostri interlocutori afferma Fiore abbiamo chiesto di non lasciarci soli, la cura del nostro patrimonio è a rischio, i comuni grandi seppur con tante difficoltà hanno bilanci più solidi dei nostri e quindi possono meglio fra fronte alla crisi, noi non abbiamo questa possibilità, le nostre casse comunali sono esigue, il personale a disposizione già fa più di quanto dovrebbe, per cui abbiamo necessità di un sostegno per far fronte alla
crisi economica causata dal covid19.”
 

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